
“Il nostro successo dipende dalla capacità di saper coniugare più ambiti, più tecnologie, dall’aver fatto investimenti in capacità rinnovabile raggiungendo obiettivi a livello europeo che ci siamo dati in momenti diversi. Ma oggi, per essere più indipendenti possibile e per mettere in sicurezza il nostro sistema, credo si debba lavorare su più ambiti, perché pensare solo alle rinnovabili non è sufficiente. È un obiettivo necessario ma purtroppo non sufficiente, per l’intermittenza, per l’instabilità di queste fonti. Credo vi siano diverse attività sia di prevenzione che di creazione che bisogna mettere sempre in azione, perché dobbiamo pensare alla decarbonizzazione ma anche al fatto che le emissioni serra accumulate, quelle storiche, già producono effetti, e li dobbiamo tamponare rispetto all’economia. Questo doppio, anzi triplo registro credo possa essere quello vincente”.
La chiusura dell’audizione di Francesca Mariotti, designata dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto quale futura guida dell’ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, riassume efficacemente la sua postura e quel che intende fare una volta designata alla guida dell’Agenzia.
Un’ENEA più aperta al mondo dell’impresa e dell’economia – non che non lo sia stata sinora, ma di più – e più coinvolta, in modo operativo, nella gestione delle emergenze e delle criticità del sistema energetico e produttivo nazionale, messo a dura prova da crisi epocali.
Al tavolo di ogni discussione sulle strategie energetiche oggi siede sempre il nucleare, e la presidente designata ENEA precisa la sua posizione: l’Italia pur non avendo produzione nucleare ha e può svolgere “un ruolo centrale, preminente”, quindi l’idea è di “sostenere il nucleare degli Small modular reactor così come la fusione nucleare avanzata”, senza per questo arretrare su rinnovabili e transizione. Un’Agenzia che va a braccetto con le aziende: “un pilastro della mia idea è rafforzare sempre più il collegamento fra ENEA e mondo delle imprese”, spiega, puntando a “un circolo virtuoso dove innovazione e ricerca stimolano le attività produttive, e viceversa il fabbisogno delle imprese e del sistema produttivo possano dar vita a nuovi filoni di ricerca”.
Mariotti l’impresa ce l’ha nel DNA, provenendo da Confindustria della quale è stata Direttore Generale dal 2020 al 2023. “La mia esperienza professionale quasi trentennale si è caratterizzata per essere stata a supporto del sistema produttivo, sia da quando ho iniziato come esperta nel campo fiscale poi nei ruoli di responsabilità cui sono stata chiamata”, ricordando che dal 2014 è stata anche direttore dell’Area Politiche Fiscali di viale dell’Astronomia.
“Un’esperienza sul campo che mi ha permesso di conoscere le difficoltà delle imprese nel contesto nazionale e internazionale”, sviluppando “una capacità di ascolto che si è sempre tradotta nella capacità di cercare soluzioni concrete sul piano operativo”. Come si rifletterà questa sensibilità e questa capacità nella direzione dell’ENEA? Mariotti ricorda della difficile gestione della crisi pandemica, post pandemica e energetica, in seguito alla invasione russa dell’Ucraina. In questo frangente estremo si trovò a dover far convivere diverse istanze sotto l’ombrello confindustriale, ad esempio quelle di energivori e produttori rinnovabili, contrapposte. “Questa esperienza mi ha formato una totale convinzione”, spiega ai commissari della Attività produttive della Camera, “che per superare problemi complessi serve un approccio multidisciplinare, mettere attorno al tavolo competenze e sensibilità anche diverse per trovare soluzioni non solo immediate ma anche di lungo periodo”.
Si trova evidente traccia di ciò nell’esposizione che la candidata alla guida dell’ENEA fa delle sue (ancora eventuali) linee “strategiche e programmatiche”. Mariotti parte “dal presupposto della centralità della ricerca e dell’innovazione nella transizione energetica, nella sostenibilità ambientale e nella decarbonizzazione dell’economia, perché visto che tanto si parla di neutralità tecnologica, la centralità deve essere proprio data alla ricerca e l’innovazione. ENEA è motore propulsivo, lo è e può continuare a esserlo in maniera significativa in questo campo”.
L’Agenzia, infatti, “ha competenze uniche che vanno rafforzate e coordinate in una strategia unitaria a servizio della transizione ecologica del Paese”, dice in audizione alla Camera la presidente designata. “Un pilastro della mia idea è rafforzare sempre più il collegamento fra ENEA e mondo delle imprese, cercando di creare circolo virtuoso dove innovazione e ricerca stimolano le attività produttive, e viceversa il fabbisogno delle imprese e del sistema produttivo possano dar vita a nuovi filoni di ricerca”.
Passando alla progettualità più concreta, “mi piacerebbe che ENEA possa esser sempre più il partner di riferimento per il mondo produttivo in una collaborazione strettissima. Possiamo immaginare laboratori congiunti e incubatori tecnologici dove ricercatori ENEA possano lavorare insieme a tecnici dell’impresa. In questo ambito mi piacerebbe avviare accordi quadro con associazioni di categoria e distretti industriali”.
Tutto questo perché “credo che un legame più forte potrà garantire che tecnologie sviluppate nei centri di ricerca trovino poi effettiva applicazione generando crescita economica dei territori e naturalmente vantaggi ambientali tangibili”.
Non è un dedicarsi solo all’industria, che richiede tanta energia subito, a prezzi stracciati e senza la spada di Damocle dei sovraccosti legati alle emissioni e agli adeguamenti da realizzare. Mariotti non pensa affatto a arretrare sulle rinnovabili, è che però da sole non bastano. “Sicuramente l’elettrificazione dei consumi e un massiccio uso delle rinnovabili sono obiettivi imprescindibili che non possono che essere condivisi da tutti, ma allo stesso tempo credo sia sempre importante avere a riferimento il contesto e le sue criticità. Non possiamo trascurare la necessità di avere accumulatori su larga scala per far fronte all’intermittenza delle rinnovabili, così come non possiamo non tenere in considerazione che vi sono dei processi produttivi che difficilmente potranno essere elettrificati”.
Insomma, “abbracciare un ventaglio ampio di tecnologie credo sia uno degli aspetti più importanti”. Si intravede la sagoma di un impianto elettronucleare sullo sfondo di queste considerazioni, ma c’è anche dell’altro. “Nell’efficientamento energetico ENEA potrebbe assumere un ruolo di certificatore che oggi non ha”, propone Mariotti, sarebbe “una grande innovazione per l’ente e un valore aggiunto per il Paese”.
Ciò detto, la presidente designata chiarisce la sua posizione sul bouquet tecnologico che ha in mente, dove tra tanti fiori c’è anche il bocciolo dell’atomo, oggi un ‘must have’ in ogni valutazione di politica energetica che si svolga in Italia. Mariotti cita “le tecnologie innovative, l’idrogeno verde, i biocarburanti, la cattura e sequestro della CO2, e anche e soprattutto un tema che nel dibattito è tornato di grande attualità, trainato da una tecnologia che non ha paragoni con quella del passato, il nucleare di nuova generazione”.
Come lo vede nel panorama energetico dello Stivale? Il punto è, precisa Mariotti rispondendo alle domande dei commissari, che “se vogliamo affrontare il tema della transizione energetica dobbiamo partire dalla ricerca e dall’innovazione, prioritaria come la ricerca, altrimenti sarebbe un approccio fideistico e dogmatico che produce poco”.
Rispetto alla “gamma delle tecnologie, ritengo che sia assolutamente necessario utilizzare e mettere in campo tutte quelle esistenti e anche quelle future, oltre a trovarne di nuove”. Gamma vasta che ha anche il nucleare, come da tradizione dell’Agenzia. “ENEA negli anni 50 si occupava solo di energia atomica”, ricorda Mariotti, “poi via via le sono stati affidati ambiti e attività molto ampi. In quest’ottica bisogna portare avanti più filoni di ricerca, di attività, anche perché si deve lavorare sempre con un doppio focus, uno al tema più immediato con tecnologie e ricerche pronte, e poi un focus di medio-lungo periodo che ENEA ha, ma se non si comincia a irrobustire non si rafforza. Un doppio focus che va sempre mantenuto, perché porta complessità che è ricchezza”.
Ad ogni modo nessun passo indietro sulle linee ambientali. “Sostenibilità non solo è un fattore di sopravvivenza, e già basterebbe, ma anche un fattore di competitività, allo stesso tempo”, risponde Mariotti ai commissari.
Siamo un Paese che punta sul serio all’obiettivo: “l’Italia è leader europeo e quindi anche mondiale in termini di sostenibilità, soprattutto per quel che riguarda il mondo produttivo. La nostra produzione sostenibile è seconda solo a Francia e Inghilterra, nell’ambito di un’Europa che è prima al mondo”. Un campo in cui notoriamente eccelliamo è quello dell’economia circolare. Mariotti sottolinea l’importanza di “uso e riciclo del materiale in un approccio flessibile e integrato, perché gli eventi più recenti hanno messo in luce la fragilità delle nostre dipendenze e come energia, geopolitica ed economia siano più interconnesse di quel che immaginavamo”.
Dalla circolarità derivano risorse importanti su vari profili, sia perché essa dà maggiore resilienza al sistema, sia perché quando si riducono gli sprechi e si riutilizza il più possibile si è più forti. Tanto più oggi che le dipendenze riguardano materie prime cruciali come terre rare e simili, tema che diventa di primario rilievo geopolitico e geostrategico, influendo anche sulla risoluzione di conflitti come quello seguito all’invasione russa dell’Ucraina. “Di riutilizzo possiamo parlare anche per le materie prime critiche, appannaggio di alcuni Paesi fra cui non c’è l’Italia. ENEA potrebbe ben sviluppare più filoni di ricerca per materie alternative e, ove possibile, immaginare la sostituzione e la produzione nazionale di questi elementi”.