1/3 dei soggetti non ha alcun piano per raggiungere emissioni nette zero
(Rinnovabili.it) – C’è un grande “deficit di credibilità” nelle promesse di emissioni nette zero avanzate da attori non statali come città, governi regionali e aziende. Nella maggior parte dei casi mancano ancora “i dettagli più elementari” per centrare gli obiettivi. Promesse vaghe, quindi, che ad esempio non spiegano quali gas serra coprono, o quali sono i settori coinvolti nella corsa per net-zero. O presentano piani per raggiungere l’obiettivo privi di dettagli, quasi dei gusci vuoti. O ancora, mancano reporting e monitoraggio dei progressi, oppure non spiegano come vogliono usare lo strumento delle compensazioni.
Leggi anche Obiettivi net-zero: dall’Onu un giro di vite al greenwashing
È il quadro sconfortante che emerge dal Net Zero Stocktake 2022 di Net Zero Tracker, il rapporto annuale che fa il punto sullo stato di avanzamento dei piani per emissioni nette zero. I dati parlano chiaro. Dei 597 governi regionali nei 25 paesi che emettono più gas serra al mondo, appena 116 hanno dei piani per net-zero (+5,45% sul 2021). Tra le 936 città con più di 500mila abitanti considerate nel rapporto, meno del 20% (241) ha un piano (+33,8% sul 2021), ma una buona metà di queste città l’ha solo annunciato. Tra le 2000 maggiori aziende quotate in borsa sono solo 799, il 40%, quelle che hanno un piano (+29,49% sull’anno scorso). E solo il 15% copre le emissioni lungo l’intera catena del valore.
Per la maggior parte di queste entità, la data per raggiungere emissioni nette zero è tra il 2041 e il 2050. Ma sono molte quelle che ancora non hanno un piano, circa 1/3 per ciascuna categoria. “Senza un piano, un impegno è semplicemente un’aspirazione senza mezzi per raggiungerlo. E se il piano non viene pubblicato, i cittadini, i clienti e gli investitori non possono sapere come verrà raggiunto lo zero netto né come possono contribuire”, nota Net Zero Tracker.
Ma ancora peggio sul fronte del reporting e del monitoraggio. Una reportistica annuale è prevista da appena il 3,4% delle regioni, il 5% delle città e il 30% delle aziende. Quote importanti, soprattutto nei primi due casi, non prevedono alcun meccanismo di controllo periodico.
Leggi anche Emissioni urbane: ¾ delle città C40 hanno ridotto le emissioni più rapidamente delle rispettive nazioni