Alcuni funzionari del dipartimento di Stato americano rivelano a Bloomberg che sono in corso – e in stato avanzato – trattative con il paese dell’asia centrale per collaborare sulla riduzione delle fuoriuscite di metano dalle fatiscenti infrastrutture turkmene
L’anno scorso le emissioni metano del Turkmenistan hanno inquinato come l’intera Italia
(Rinnovabili.it) – Una stretta di mano tra Washington e Ashgabat potrebbe far iniziare col piede giusto la Cop28 di Dubai. I due paesi stanno limando i dettagli di un accordo per abbattere le emissioni metano Turkmenistan, uno dei maggiori emettitori al mondo di questo gas con potere climalterante oltre 80 volte superiore a quello dell’anidride carbonica.
I negoziati sarebbero in fase avanzata e animati da ottimismo da ambo le parti, fanno sapere in esclusiva a Bloomberg alcuni funzionari coinvolti nelle trattative. Che potrebbero concretizzarsi nei prossimi mesi, in tempo per il vertice internazionale sul clima negli Emirati Arabi Uniti che apre i battenti a inizio dicembre.
Tutti i problemi delle emissioni di metano del Turkmenistan
Sarebbe un accordo con un grande impatto. Le emissioni di metano del Turkmenistan, infatti, sono elevatissime. Il paese asiatico nel 2022 era fra i primi tre al mondo per numero ed entità di leak di metano, insieme a Stati Uniti e Russia. Rispetto a loro, però, Ashgabat ha un’infrastruttura gasiera fatiscente e scarse capacità di manutenzione. C’è quindi la prospettiva concreta che la situazione continui a peggiorare senza interventi esterni.
Già l’anno scorso proprio da un sito turkmeno era stata registrata la fuoriuscita più corposa al mondo: 427 tonnellate di CH4 all’ora. In pratica, in quei giorni, quel singolo impianto di estrazione di gas fossile aveva livelli di emissioni uguali a quelli dell’intera Francia. Secondo alcune fonti, sempre l’anno scorso il bacino gasifero occidentale e quello orientale hanno avuto leak di metano per almeno 2,6 e 1,8 milioni di tonnellate in tutto. A parità di potere climalterante, si tratta di una quantità di emissioni paragonabile con quelle che l’intera Italia genera in un anno.
In generale, ogni anno va perso il 7% circa del metano turkmeno. In gran parte, come detto, per infrastrutture danneggiate. Ma in parte viene rilasciato deliberatamente, quando la rete non ha capacità sufficiente per esportarlo. Evitare tutte queste emissioni di metano del Turkmenistan vale il 3% dell’obiettivo globale al 2030 (cioè ridurre del 30% le emissioni rispetto ai livelli del 2020).