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Il Brasile sottostima le emissioni LULCC da deforestazione e allevamento

Il paese sudamericano è il primo emettitore mondiale per questa categoria, con una forchetta che va dal 17 al 29%. Una ricerca integra i database tradizionali con le rilevazioni dei sensori a distanza e stima che le emissioni reali siano fino al 70% maggiori.

Emissioni LULCC: il Brasile le sta sottostimando
Foto di Eszter Miller da Pixabay

Lo studio sulle emissioni LULCC è pubblicato su Environmental Research Letters

(Rinnovabili.it) – Il Brasile è il primo paese al mondo per emissioni nette di CO2 che derivano dal cambio di uso e copertura del suolo, cioè le emissioni LULCC legate soprattutto a disboscamento e allevamenti. Pesa, a seconda dei metodi di conteggio, tra il 17 e il 29% del totale globale per questo tipo di emissioni. Numeri che dovrebbero essere visti al rialzo, e di molto, sostiene un nuovo studio pubblicato su Environmental Research Letters.

Di solito il conteggio usa i dati che sono contenuti nei principali database, come quello messo a disposizione dalla FAO. I ricercatori hanno rilevato che potrebbero però sottostimare la portata reale delle emissioni LULCC, almeno nel caso del paese sudamericano. Per stabilirlo, hanno utilizzato tutti i database disponibili, inclusi quelli usati dal governo brasiliano per calcolare il proprio carbon budget relativi al 2000-2018 (su cui poi si tarano le politiche climatiche nazionali e gli obblighi internazionali). Dopodiché, per ciascun set di dati hanno calcolato le emissioni LULCC.

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Le stime finali, però, sono meno accurate di quelle che si possono ottenere aggiungendo altri tipi di dati, ottenuti tramite telerilevamento (sensori a distanza). Ad esempio, tramite le immagini satellitari. Integrare i diversi set di dati restituisce un’immagine più vicina alla realtà. E così diventano in grado di riprodurre meglio i modelli di cambiamento dell’uso del suolo in tutto il paese.

Non solo. Con queste correzioni, cambiano anche le stime delle emissioni LULCC. In particolare a spostarsi è il limite superiore, quel 29% sul totale globale. Aumenta e di molto: fino al 70% in più. Gli autori sostengono che le loro nuove stime aiuteranno a “ridurre l’incertezza” nelle emissioni legate al cambiamento dell’uso del suolo e forniranno migliori vincoli per il bilancio globale del carbonio.

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Solo nell’ultimo anno sono spariti più di 11mila km2 di Amazzonia. La deforestazione si è impennata con l’insediamento di Jair Bolsonaro a gennaio 2019, dopo alcuni anni di calo. Secondo una recente analisi dei dati compiuta dal World Resource Institute e da Global Forest Watch, l’impatto maggiore sulla deforestazione a livello globale arriva dall’allevamento e il Brasile, insieme ai suoi vicini, è il principale hotspot mondiale.