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Emissioni: la Germania sfora sui trasporti, ma non rallenta le auto

Emissioni: la Germania sfora sui trasporti, ma non rallenta le auto
Foto di PublicDomainPictures da Pixabay

Auto e furgoni sono il 20% delle emissioni tedesche

(Rinnovabili.it) – Sia il settore dei trasporti che quello degli edifici tedeschi, nel 2021, hanno sforato i massimali per le emissioni di 3 MtCO2e. Così il governo ha dovuto presentare una roadmap di emergenza, come impone la Legge Clima della Germania. Ma il piano di Berlino per riportarli sul giusto binario non convince molti osservatori.

Secondo i dati forniti dall’Agenzia ambientale tedesca, l’anno scorso le emissioni del settore trasporti si sono attestate a 148,1 milioni di tonnellate di CO2, mentre il target annuale era stato fissato a 145. Auto e furgoni, che pesano per il 20% del budget emissivo tedesco, sono anche i più lenti a tagliarle: dal 1990 a oggi, le loro emissioni sono calate solo del 9,4%. Il settore degli edifici invece ha toccato i 115 milioni di tonnellate contro i 112 previsti.

Niente limiti in autostrada per contenere le emissioni

Tra le contromisure non c’è quella più attesa, l’introduzione dei limiti di velocità in autostrada. Secondo l’ong DUH, infatti, mettere come soglia massima 100 kmh in autostrada, 80 sulle altre strade e 30 in città, potrebbe tagliare le emissioni di 9,2 MtCO2e l’anno. Numeri che vanno a braccetto con le stime dell’Agenzia ambientale tedesca, per la quale un limite a 130 kmh in autostrada taglierebbe, da solo, 1,9 MtCO2e. L’allora leader dei Verdi, Robert Habeck, prima delle elezioni del 2021 aveva promesso di adottare questa misura non appena al governo, ma non è riuscito evidentemente a spuntarla con il ministro dei Trasporti, in quota liberali con l’FDP.

Invece di rallentare l’andatura, il piano del governo prevede di espandere l’infrastruttura di ricarica per le auto elettriche, riservare più fondi per la ricerca sull’aumento dell’efficienza dei veicoli commerciali pesanti, ampliare le piste ciclabili con 250 milioni di euro aggiuntivi entro il 2030, e incoraggiare il lavoro da remoto.

Sul fronte edifici, il piano governativo prevede che i nuovi sistemi di riscaldamento installati negli edifici dovranno includere il 65% di energia rinnovabile a partire dal 2024 (molte ong ambientaliste chiedevano di abbandonare subito le caldaie a gas). Altri tagli alle emissioni arriveranno dalla ristrutturazione degli edifici esistenti per renderli più efficienti dal punto di vista energetico.

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