Gli Stati Uniti ridurranno le emissioni di gas serra del 61/66% rispetto ai livelli del 2005 entro il 2035. È il nuovo obiettivo climatico annunciato dall’uscente amministrazione Biden, che si va ad aggiungere a quello con orizzonte 2030 fissato a -50/52%. Ma rischia di essere un target “evanescente” con l’insediamento di Trump il 20 gennaio 2025.
Incognita Trump
Il nuovo inquilino della Casa Bianca ha annunciato di voler cancellare molte delle leggi approvate dai Democratici per contrastare i cambiamenti climatici e per accelerare la transizione energetica. Oltre a voler uscire immediatamente dall’Accordo di Parigi e, forse, anche dalla Convenzione Quadro dell’Onu sui Cambiamenti Climatici (Unfccc).
In concreto, cosa potrebbe significare? L’addio al Paris Agreement darebbe mani libere agli Stati Uniti: presentare l’obiettivo 2035 di riduzione delle emissioni di gas serra, infatti, è un obbligo solo ai sensi dell’Accordo.
Mentre, sul lato delle politiche, le cose potrebbero essere un po’ diverse, spiegano i funzionari della Casa Bianca. Trump potrebbe intervenire sulle leggi federali. Ma il -61/66% sarebbe raggiungibile anche solo grazie alle leggi statali e al programma dell’Inflation Reduction Act (Ira).
“I nostri investimenti sotto questa amministrazione sono duraturi e continueranno a dare frutti per la nostra economia e il nostro clima negli anni a venire, consentendoci di stabilire un obiettivo ambizioso e realizzabile per il 2035”, ha affermato John Podesta, consigliere di Biden per la politica climatica internazionale.
A che punto sono gli Stati Uniti sulle emissioni di gas serra?
In realtà, Washington non è sulla traiettoria giusta nemmeno per centrare il suo obiettivo di fine decennio. E con le politiche attuali, nel 2035 gli Stati Uniti si fermerebbero a una riduzione di emissioni di gas serra di appena 46 punti percentuali. Servono, giocoforza, nuovi input dalla politica.
Scettico anche Climate Action Network. L’ong sottolinea che per centrare il nuovo obiettivo sul clima “devono essere superate sfide sostanziali”. Il successo del target al 2035 “dipende da un coordinamento senza precedenti tra tutti i livelli di governo e il settore privato”. Oltre ad essere carente su aspetti fondamentali: ad esempio, “manca una tabella di marcia definitiva per l’eliminazione graduale e sistematica dei combustibili fossili”.