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Emissioni europee, il 2021 si chiude con +4,8%

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Foto di jwvein da Pixabay

I dati sulle emissioni europee nell’EU Climate Action Progress Report

(Rinnovabili.it) – Nel 2021 le emissioni europee sono aumentate del 4,8%. Un rimbalzo post-Covid importante, ma tutto sommato relativamente contenuto. I livelli emissivi dell’UE, infatti, restano ancora il 4% inferiori al picco del 2019. Lo certificano i dati consolidati dell’EU Climate Action Progress Report.

Lo scarto maggiore è nei settori coperti dall’ETS, quindi quello energetico, la produzione industriale più energivora e i voli intra-europei. Gli ambiti coperti dal mercato del carbonio hanno registrato complessivamente un aumento dei gas serra del 6,6%. Un dato che, secondo il rapporto, “riflette sia la ripresa economica dal Covid-19 sia la crisi energetica in corso”. Infatti “l’impennata senza precedenti dei prezzi del gas a partire dalla seconda metà del 2021 ha avuto un chiaro impatto sulle emissioni derivanti dalla produzione di energia elettrica, a causa del temporaneo passaggio dal gas al carbone. L’aviazione invece continua a viaggiare su valori decisamente più bassi del periodo pre-pandemico anche se registra un rimbalzo record: +30%, ma recuperando appena la metà delle emissioni dopo il tonfo del -60% del 2020.

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Nei settori non coperti dall’ETS, invece, le emissioni europee sono aumentate nel 2021 del 3,5%. I trasporti registrano l’incremento più consistente con +7%, seguiti dagli edifici con +3,1%. Sono invece in leggera flessione le emissioni agricole con un -0,3%.

Va infine segnalato un passaggio del rapporto sullo stoccaggio di CO2 nella vegetazione e nel suolo (dal settore dell’uso del suolo, dei cambiamenti di uso del suolo e della silvicoltura – LULUCF). Questi assorbimenti sono diminuiti tra il 2013-2020 e sono ora inferiori del 30% rispetto ai livelli del 1990, sottolinea il documento. Il motivo principale per cui i pozzi di carbonio dell’UE si sono ridotti “è l’aumento della domanda di legno, la quota crescente di foreste che raggiungono la maturità del raccolto e l’aumento dei disturbi naturali, come tempeste e epidemie”.

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