Rinnovabili • Flaring di gas: emette 5 volte più metano del previsto

Le regole UE sulle emissioni di metano colpiranno anche le importazioni di gas e petrolio

Per la 1° volta, l’esecutivo UE decide di espandere l’ambito di applicazione del nuovo regolamento sul metano per allargare gli obblighi anche ai produttori di fonti fossili extra-UE. Dovranno ridurre i leak e il ricorso a flaring e venting se vogliono accedere al mercato comunitario

Flaring di gas: emette 5 volte più metano del previsto
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Le emissioni di metano sono la causa di circa 1/3 del global warming attuale

(Rinnovabili.it) – Bruxelles è pronta a fare il grande passo sulle emissioni di metano. Dopo molte pressioni, anche da paesi membri come la Francia, la Commissione UE ha deciso di estendere l’applicazione dei nuovi limiti sul CH4 anche ai prodotti importati. Tutto il gas e il petrolio che l’UE acquisterà dall’estero dovranno rispettare le nuove regole a partire dal 2030. E l’obbligo di abbattere le emissioni in fase di estrazione e trasporto spetterà ai produttori.

È quanto emerge dalla nuova versione della proposta dell’esecutivo UE, datata 23 ottobre e vista in anteprima dall’agenzia Reuters. “Il mancato rispetto sarà disincentivato, tenendo conto delle considerazioni relative alla sicurezza dell’approvvigionamento”, recita il documento. Che per ora non fornisce i dettagli tecnici, importanti per valutare la portata effettiva del provvedimento.

Regole globali sulle emissioni di metano

Se il riferimento alle considerazioni in materia di sicurezza energetica fa ipotizzare che la Commissione voglia prevedere degli strumenti di flessibilità per andare incontro ai suoi fornitori, si prevede per la prima volta di usare il regolamento sulle emissioni di metano come un mezzo per stimolare l’adozione di politiche climatiche più ambiziose anche al di fuori del blocco. Gli obblighi per i produttori potrebbero riguardare la riduzione delle fuoriuscite di gas (leak) durante la fase di trasporto, così come un abbattimento delle emissioni generate con l’estrazione, ad esempio quelle che derivano dal ricorso a flaring e venting (il rilascio controllato di metano in atmosfera con o sena combustione).

Una misura che, finora, era stata tralasciata proprio per il timore di ripercussioni sul fronte dell’approvvigionamento energetico, per di più in un periodo già complesso per la sostituzione del gas dalla Russia con quello acquistato da altri fornitori. Ma che ha un potenziale di impatto molto elevato in termini di abbattimento dei gas serra: l’UE, infatti, importa dall’estero più dell’83% del gas fossile che consuma, ed è uno dei principali acquirenti globali.

Il metano è un gas serra con un potere climalterante 82,5 volte superiore a quello della CO2 nei primi 20 anni in cui resta in atmosfera. Anche se si degrada molto più rapidamente dell’anidride carbonica, ha un effetto importante nel breve termine sul riscaldamento globale. Circa 1/3 dell’aumento della temperatura globale registrato dalla seconda metà dell’Ottocento a oggi è attribuibile alle emissioni di metano. Secondo l’IEA, è indispensabile tagliare “immediatamente” il CH4 per avere qualche probabilità di non sforare la soglia di 1,5 gradi.

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