Finora l’azione climatica globale si è concentrata troppo sulla CO2 a discapito del CH4, le cui emissioni hanno un potenziale climalterante maggiore. Nel mirino l’industria fossile e anche il ruolo del gas naturale come energia di transizione
A maggio sarà pubblicato un denso report dell’UNEP sulle emissioni di metano
(Rinnovabili.it) – Per combattere davvero il cambiamento climatico dobbiamo concentrarci di più sulle emissioni di metano. E nel mirino finisce l’industria delle fossili. Sono le anticipazioni di un importante rapporto che le Nazioni Unite pubblicheranno il mese prossimo e che fa il punto su cosa è necessario fare nel breve periodo su questo gas climalterante per centrare gli obiettivi climatici di Parigi.
Il rapporto ONU è firmato da un panel di scienziati climatici e verte su un punto centrale per la transizione energetica globale. Il documento infatti guarda oltre la sola CO2 alle emissioni di metano e punta il dito contro il gas, di cui il CH4 costituisce uno dei componenti principali.
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Secondo quando filtrato finora e riportato dal New York Times, il rapporto prodotto dall’UNEP, l’agenzia dell’ONU per la protezione ambientale, identifica nell’industria fossile il principale attore che si dovrebbe mobilitare per abbattere le emissioni di metano. Obiettivo peraltro raggiungibile a basso costo.
Poi un passaggio sul gas. Secondo gli autori, senza sviluppare e utilizzare nuove tecnologie per la cattura e il sequestro dei gas serra dall’atmosfera, aumentare l’uso di gas naturale è una strategia che entra in rotta di collisione con l’obiettivo più ambizioso dell’accordo di Parigi. Tecnologie che al momento non sono disponibili su larga scala. Il gas naturale come energia di transizione, quindi, ci farebbe superare con molta probabilità la soglia degli 1,5°C.
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Il metano è un gas climalterante 80 volte più potente della CO2 nei primi 20 anni in cui è immesso in atmosfera, ma anche più volatile. Finora l’azione climatica globale si è concentrata molto – troppo, secondo gli autori del rapporto – sull’anidride carbonica, lasciando in disparte il CH4. Poche settimane fa un’analisi della NOAA americana ha rivelato che l’aumento annuale del metano atmosferico per il 2020 è stato di 14,7 parti per miliardo (ppb), che è il più consistente incremento annuale registrato dall’inizio delle misurazioni sistematiche, nel 1983.