L’obbligo scatterebbe dal 2026 e si estenderebbe gradualmente
(Rinnovabili.it) – Allargare gli obblighi di tagliare le emissioni di metano generate dai combustibili fossili anche alle importazioni in Europa e non solo alla produzione domestica. È la posizione – finora inedita tra i Ventisette – che la Francia sta cercando di far passare agli altri stati membri per rendere più coerente e ambizioso il nuovo regolamento UE sul metano.
Una leva per tagliare del 30% le emissioni di metano globali
Il metano è un gas serra con potere climalterante 82,5 volte superiore a quello della CO2 nei primi 20 anni in atmosfera ed è responsabile di circa 1/3 del global warming accumulato dalla seconda metà dell’800 a oggi. Per questa ragione, buona parte degli sforzi globali ed europei per contenere il riscaldamento globale sotto gli 1,5 gradi entro il 2030 si concentra sul CH4. Oggi solo il 13% delle emissioni globali di CH4 è regolamentato.
L’Europa può far leva sulla sua posizione di grande importatore di gas fossile – l’80% di quello consumato nel continente è importato – per rafforzare le politiche climatiche di altri paesi. Secondo i calcoli della Clean Air Task Force, in questo modo potrebbe contribuire a tagliare del 30% le emissioni globali di metano.
La posizione di Parigi
L’idea di estendere il vincolo di ridurre gradualmente le emissioni di metano durante le fasi di estrazione e trasporto delle fossili anche alle compagnie estere che commerciano con l’UE è già stata fatta propria dal Parlamento europeo lo scorso maggio. Per la prima volta, con Parigi, questa posizione si fa strada nel Consiglio. E potrebbe trovare posto nel compromesso finale tra i due co-legislatori.
“Imporre criteri per i leak di metano sulle importazioni europee di idrocarburi è un imperativo climatico, non solleva difficoltà di misurazione e fa parte di una dinamica globale”, argomenta la Francia in un documento condiviso con altri paesi dell’UE e visto dall’agenzia Reuters. “L’UE non può restare indietro su questo tema”. Parigi propone, allineandosi alle richieste dell’Europarlamento, che l’obbligo di allinearsi agli standard UE scatti per tutti i produttori esteri dal 2026. Per quella data la quota di importazioni coerente con le regole comunitarie dovrebbe essere del 70%, per salire poi gradualmente al 100% nel 2029.