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Emissioni di gas serra, l’Italia del 2021 segna +4,8%

emissioni di gas serra
Foto di jwvein da Pixabay

Le emissioni di gas serra restano ancora sotto il picco del 2019

(Rinnovabili.it) – Nel 2021, le emissioni di gas serra dell’Italia avranno di nuovo il segno più dopo il tonfo del -9,8% nel 2020. Effetto del rimbalzo dopo l’anno più nero del Covid-19. Secondo le stime di Ispra, in questi 12 mesi la CO2 e gli altri gas climalteranti sono cresciuti del 4,8% rispetto al 2020. Una previsione che stravolge quella diramata a metà anno: a giugno, l’istituto che fa capo al MiTE teneva la stima ad un ben più sobrio +0,3%.

La ragione? Il balzo è “conseguenza della ripresa della mobilità e delle attività economiche”, scrive l’Ispra in una nota. Si conferma quindi la tendenza al disaccoppiamento tra crescita economica e pressione sull’ambiente naturale. Nel corso del 2021, infatti, il Pil ha marciato a passo più spedito delle emissioni di gas serra, crescendo del 6,1%. I livelli emissivi nazionali restano comunque ancora al di sotto del picco del 2019: quest’anno nonostante la crescita saremo ancora a -4,2% sul periodo pre-pandemia.

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Le nuove cifre sono trainate soprattutto dall’industria (+8,4% di emissioni) e dai trasporti (+11,1%). Lo scorso giugno il primo valore era molto più contenuto, non superava il 3%, mentre il dato sulle emissioni dei trasporti era addirittura negativo. “La produzione industriale è aumentata nel secondo trimestre del 2021 del 14.6 % in confronto allo stesso periodo del 2020”, prosegue la nota, che segnala anche un balzo del cemento del 16% e dell’acciaio del 25,6%.

“Per quanto riguarda i trasporti su strada i consumi di benzina, gasolio, e GPL sono aumentati rispettivamente del 14%, 12% e 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”. Ed è proprio il gasolio la prima fonte di emissioni in termini assoluti.

L’unico settore analizzato da Ispra dove si registra una flessione delle emissioni di gas serra è il comparto energetico. La tendenza ribassista, spiega l’istituto, è legata alla riduzione dell’uso del carbone, che si traduce in un -1,5% di emissioni. Restano invariate, invece, le emissioni legate all’agricoltura e alla gestione dei rifiuti.

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