I dati del terzo trimestre segnano -0,5%. Rispetto ai 9 mesi precedenti l’inversione di rotta è evidente. Analista del CREA: potrebbe portare a un picco anticipato nelle emissioni cinesi
Bolla edilizia ed energy crunch affossano le emissioni di CO2 della Cina
(Rinnovabili.it) – Gli sforzi del governo per domare la corsa all’edilizia immobiliare, i prezzi del carbone alle stelle e il razionamento dell’elettricità. Sono i fattori che hanno portato le emissioni di CO2 della Cina a calare nel terzo trimestre 2021, per la prima volta da quando è iniziato il rimbalzo post-Covid.
Il calo è di appena lo 0,5%, ma è piuttosto significativo se lo si confronta con il periodo precedente. Non tanto con il trimestre equivalente del 2020, quando la ripresa a Pechino non aveva ancora ingranato davvero. È il paragone con gli ultimi mesi dell’anno scorso (+5,6%) e con i primi del 2021 (addirittura +14,2%) che segnala un’inversione di rotta molto chiara.
Leggi anche Il lungo inverno di Pechino passa (ancora) dalle miniere di carbone
“La produzione di acciaio e cemento, in particolare, è in forte calo”, spiega Lauri Myllyvirta, analista del Centre for Research on Energy and Clean Air (CREA) di Helsinki che ha analizzato i dati ufficiali sulle emissioni di CO2 per la produzione interna, l’importazione e l’esportazione di combustibili fossili e cemento, così come i dati commerciali sulle variazioni delle scorte di combustibile immagazzinato. “L’edilizia è uno dei principali motori delle emissioni della Cina e in particolare della crescita delle emissioni, a causa della massiccia domanda di acciaio, cemento e altri materiali da costruzione”, aggiunge.
Acciaio e cemento che, secondo stime Reuters, nel Q3 hanno frenato la produzione rispettivamente del 16% e dell’11%. Dietro questi dati ci sono diversi fattori, su tutti la stretta sull’edilizia operata da Pechino, ma anche l’energy crunch e l’aumento dei prezzi dei combustibili. “Il calo delle emissioni di CO2 potrebbe segnare un punto di svolta e un picco anticipato nelle emissioni totali della Cina, anni prima del suo obiettivo di raggiungere il picco prima del 2030”, aggiunge Myllyvirta. Che avverte: la situazione non è stabile, perché bastano nuovi stimoli all’edilizia decisi dal governo per far salire di nuovo la curva delle emissioni. Finora però non ce n’è traccia anche per ottobre e l’inizio di novembre. (lm)
Leggi anche COP26, accordo a sorpresa tra USA e Cina