A livello UE, le emissioni dell’industria calano soprattutto nel settore energetico (-468 Mt CO2e)
(Rinnovabili.it) – L’anno scorso le emissioni dell’industria UE in 64 settori di riferimento più quelle che derivano dai consumi domestici sono arrivate a 3,6 miliardi di tonnellate di CO2 equivalente (Gt CO2e). Una flessione del 22% -circa 1 Gt CO2e- rispetto al picco registrato nel 2008, l’anno di inizio della serie storica di Eurostat, che equivale a circa due volte e mezzo le emissioni annuali complessive dell’Italia nel 2019.
La flessione relativa più sostanziosa delle emissioni dell’industria UE è quella del settore minerario, che tocca un -42%, seguito dal cluster generazione elettrica, gas, vapore e aria condizionata (-39%) e dal manifatturiero (-23%). In termini assoluti, invece, è il settore energetico quello che registra il calo più vistoso, da 1,2 Gt a 720 Mt CO2e (milioni di tonnellate). Seguono poi manifattura (-238 Mt) e residenziale (-114 Mt, soprattutto da trasporti e riscaldamento).
La curva dell’Italia
L’Italia con quasi 240 Mt CO2e si trova nel gruppo di testa insieme ad altri grandi inquinatori come Germania, Francia, Spagna e Polonia, al terzo posto dopo Berlino (533 Mt CO2e) e Varsavia (291 Mt CO2e). Insieme, questi cinque paesi pesano per circa il 60% delle emissioni dell’industria UE.
Negli ultimi 10 anni, Roma ha ridotto le sue emissioni industriali di quasi il 22%, dai 303,7 Mt CO2e del 2012. Una prima riduzione sensibile nel 2013-14 è da imputare agli strascichi della crisi del 2011. Il comparto industriale nazionale è passato da 303 a 254 Mt CO2e in appena 24 mesi, una flessione del 17% circa. Gli anni seguenti descrivono una fase di plateau con variazioni minime.
Record di rimbalzo per le emissioni dell’industria italiane
Nel 2019 si inizia a vedere un’ulteriore contrazione ma il trend è subito falsato dal tonfo dell’anno pandemico. Tonfo che vale circa 30 Mt CO2e, tanto quanto il primo impatto della crisi del 2011. I dati Eurostat aggiornati segnalano anche l’entità del rimbalzo post-Covid. Per l’UE, complessivamente, c’è una crescita attorno al 6% delle emissioni industriali (mentre le emissioni complessive salgono del 4,8%). Per il Belpaese si tratta di +20 Mt CO2e, poco più del +9%, che porta l’Italia di nuovo davanti alla Francia. Ed è il più significativo tra i maggiori emettitori europei. Più corposo dei rimbalzi della Germania (+7,2%), della Polonia e della Francia (entrambe +8,1%) e della Spagna (+5,6%).