La stima sulle emissioni dell’industria oil&gas è elaborata con l’uso di AI e apprendimento automatico
(Rinnovabili.it) – Per sapere quante emissioni di gas serra ci restano prima di sforare gli 1,5 gradi, scienziati e organizzazioni internazionali usano gli inventari annuali depositati all’Unfccc dai vari paesi. È su questi dati che si calcola il gap di emissioni e si costruiscono gli scenari di riduzione. Quanto sono affidabili? Quando si tratta delle emissioni dell’industria oil&gas, molto poco: le quantità dichiarate di CO2, metano e altri gas climalteranti sarebbero tre volte meno di quelle realmente emesse.
Lo afferma uno studio di Climate Trace basato sull’inventario più completo delle singole fonti emissive in tutto il mondo. Un database che monitora più di 70mila fonti in settori che spaziano da quello energetico alla produzione e la raffinazione di petrolio e gas, dal trasporto marittimo e aereo all’industria mineraria. E ancora, i rifiuti, l’agricoltura, il trasporto su strada e la produzione di acciaio, cemento e alluminio.
Leggi anche Il gap di emissioni globale ci condanna a un mondo 2,8°C più caldo
Il monitoraggio di Climate Trace sfrutta le tecnologie più avanzate per restituire un quadro accurato e in tempo reale dei gas serra emessi per ogni fonte. In pratica, “sfrutta i progressi della copertura satellitare, del telerilevamento, dell’intelligenza artificiale e del machine learning non solo per individuare direttamente le fonti di emissione di gas serra, ma anche per rilevare e analizzare attività di emissione altrimenti invisibili o non rilevabili”, spiega l’organizzazione. Un apparato che elabora i dati provenienti da oltre 300 satelliti e 11mila sensori in aria, a terra e in acqua.
Cosa emerge dal database rispetto alle emissioni dell’industria oil&gas? Le prime 500 fonti individuali di emissioni a livello mondiale rappresentano meno dell’1% del totale delle strutture presenti nel dataset, ma sono responsabili del 14% delle emissioni globali nel 2021. Vale a dire più delle emissioni annuali degli Stati Uniti. Le centrali elettriche, da sole, rappresentano più della metà delle emissioni e i tre quinti delle attività presenti nella lista delle prime 500. E 26 delle 50 maggiori fonti di emissioni a livello mondiale sono costituite da giacimenti di petrolio e gas e dai relativi siti di produzione, lavorazione e trasporto.
Leggi anche Quante emissioni ci restano? Tutti gli scenari del nuovo rapporto sul clima IPCC