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Una carbon tax globale contro le emissioni delle navi

Emissioni delle navi: l’industria propone una carbon tax
Foto di Alexandre Gonçalves da Rocha da Pixabay

La proposta dell’International Chamber of Shipping per tagliare le emissioni delle navi

(Rinnovabili.it) –  L’industria navale cambia strategia: adesso propone una carbon tax per abbattere l’impatto sul clima del comparto. Le emissioni delle navi sono uno dei punti su cui l’azione globale si è concentrata di meno fino ad ora. Non da ultimo a causa delle fortissime resistenze del settore. Con la nuova iniziativa, armatori e compagnie dello shipping provano a mostrare un volto buono. Ma senza troppa fretta.

L’idea di una carbon tax per affrontare le emissioni delle navi è stata avanzata dall’International Chamber of Shipping, la principale associazione di categoria al mondo. Insieme all’ICS l’idea è stata sottoscritta anche dagli armatori riuniti nella Bimco, dalla Cruise Lines International Association e dal World Shipping Council. nel complesso, queste associazioni rappresentano il 90% della flotta mondiale.

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Secondo l’ICS, la carbon tax dovrebbe essere un’opzione da valutare in sede IMO. L’International Maritime Organisation è un’agenzia delle Nazioni Unite che, finora, ha mostrato scarsa capacità di decidere su nuovi standard per le emissioni delle navi, ma rappresenta il più alto forum globale in materia.

L’IMO ha fissato l’obiettivo di ridurre le emissioni navali di CO2 di almeno il 50% entro il 2050, rispetto ai livelli del 2008, con un’intensità di carbonio ridotta del 40% entro il 2030. Ma non ha spiegato come, non esiste una roadmap e neppure alcun vincolo. In più, le emissioni delle navi sono state escluse dall’accordo di Parigi sul clima del 2015 (hanno addirittura rischiato di farlo deragliare).

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La navigazione internazionale produce circa 1 miliardo di tonnellate di emissioni di gas serra ogni anno, pari al 3% delle emissioni globali annuali. Più della Germania, per avere un termine di paragone. Senza ulteriori azioni, le emissioni delle navi nel 2050 dovrebbero raggiungere il 90-130% dei livelli del 2008.

La proposta dell’ICS non riflette minimamente un senso di fretta. L’idea è di discuterne entro il 2023, con la prospettiva – vaghissima – di “prendere qualche decisione” per quella data. Il numero 1 dell’ICS, Guy Platten, commenta alla BBC: “Dobbiamo rassicurare i governi che ritengono che le loro catene di approvvigionamento potrebbero essere interrotte perché la spedizione diventa più costosa”. In realtà è praticamente certo che una carbon tax farebbe lievitare i costi per i consumatori, visto che le compagnie di navigazione scaricheranno la nuova tassa sui prodotti trasportati.

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