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Invece di scendere, dal 2002 le emissioni del cemento sono raddoppiate

Emissioni del cemento: in 20 anni sono raddoppiate
Foto di LEEROY Agency da Pixabay

Il ruolo della Cina dietro la crescita delle emissioni del cemento

(Rinnovabili.it) – Le emissioni di gas serra dalla produzione di cemento sono più che raddoppiate negli ultimi due decenni. Nel 2002 il peso sul clima di questo settore si aggirava sulle 1,4 GtCO2e, ma alla fine del 2021 questa cifra era lievitata fino a 2,9 GtCO2e. In pratica, le emissioni del cemento sono circa il 7% dei gas serra globali, l’equivalente di tutta la CO2 emessa in un anno dall’India.

È quello che emerge dai nuovi dati sulle emissioni di questo settore forniti dal CICERO Center for International Climate Research norvegese e dal Global Carbon Project. E la performance climatica del settore va ancora peggio se si getta lo sguardo più indietro. Negli ultimi 30 anni, dal 1992 a oggi, le emissioni del cemento sono triplicate.

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In pratica, mentre tutti i settori hard to abate hanno iniziato a far calare le loro emissioni, anche se in un processo di transizione lento, il cemento continua ad avere una curva che punta decisamente verso l’alto. Il tasso di crescita annuale dei suoi gas serra, infatti, negli ultimi tempi è del 2,6%. Non solo: produrre cemento è un processo sempre meno efficiente dal punto di vista climatico. Cresce infatti anche l’intensità di carbonio, cioè la CO2 emessa per ogni tonnellata di prodotto. Tra il 2015 e il 2020 questo indicatore è salito ben del 9,3%.

 Dietro questi numeri c’è soprattutto la possente spinta della crescita economica cinese. “Le emissioni del cemento sono cresciute più velocemente rispetto alla maggior parte delle altre fonti di carbonio”, spiega all’AP Rob Jackson, climatologo dell’Università di Stanford che dirige il Global Carbon Project. “Le emissioni di cemento sono state insolite anche perché non sono mai calate durante il COVID. Non sono cresciute tanto, ma non sono mai diminuite come quelle di petrolio, gas e carbone. Onestamente, credo sia dovuto al fatto che l’economia cinese non si è mai spenta del tutto”.

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