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Emergenza idrica: 2022, tempesta perfetta con siccità e calore

Il presidente dell’Autorità idrica è stato ascoltato in commissione congiunta Sviluppo economico e rurale e Territorio e ambiente. Alessandro Mazzei: “Tutte le falde toscane registrano una situazione tipica da fine agosto”

Razionamento dell’acqua: se la siccità continua, rubinetti chiusi anche di giorno
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In Comuni con circa 600mila abitanti situazioni di lieve criticità

Firenze – “Il 2022 rischia di essere l’anno della ‘tempesta perfetta’ perchè caratterizzato da una forte siccità pari a quella del 2012 e da un forte calore come quello del 2003. Negli ultimi 20 anni questa è la quarta emergenza idrica in Toscana, si tratta di un anno eccezionale ma l’eccezionalità sta diventando ormai la regola”. Queste le parole del presidente dell’Autorità idrica toscana (Ait), Alessandro Mazzei, nelle commissioni Sviluppo economico e Ambiente, presiedute rispettivamente da Ilaria Bugetti (Pd) e Lucia De Robertis (Pd), riunite in seduta congiunta.

Mazzei ha dipinto un quadro preciso sulla situazione idrica toscana, riportando i risultati del monitoraggio del Piano per le situazioni di emergenza idropotabile al 30 giugno 2022 (con dati di Gaia aggiornati al 31 maggio). “In Comuni con circa 600mila abitanti abbiamo situazioni di lieve criticità – ha detto – dove potrebbe esserci un’erogazione che solo nel 20 per cento dei casi può non essere su tutte e 24 ore della giornata. Poi 280mila abitanti che sono ad un livello medio con un 50 per cento che potrebbe avere questo rischio e 57mila a livello grave, con oltre il 50 per cento a rischio”. Mazzei ha parlato di una Toscana in una “situazione intermedia di zona arancione, vale a dire che il gestore acqua deve contenere le perdite e i consumi coordinandosi con Ait e con i Comuni. Ad oggi sono 119 quelli che hanno comunicato di aver adottato le ordinanze di limitazione dell’uso”.  Il presidente ha descritto poi una “situazione critica e a macchia di leopardo per la regione, soprattutto in un orizzonte temporale che va a fine settembre anche se ad oggi senza razionamenti d’acqua o interruzioni parziali del servizio.” “Se dovesse perdurare questa siccità in autunno la situazione potrebbe diventare grave ed estesa anche alle grandi città”.

Mazzei si è soffermato su alcuni elementi di dettaglio. Ad esempio “nel basso Valdarno – ha detto – da Montelupo fino alla foce dell’Arno, Acque spa segnala livelli delle falde dell’area di Certaldo e Gambassi vicini a livelli di soglia critica cioè a meno 13 metri” e “anche i pozzi di Iano a Montaione vicini alla soglia critica della falda”. “Tutte le falde toscane registrano una situazione, oggi, tipica di fine agosto”.  Sulle sorgenti, ad esempio “quelle utilizzate dall’acquedotto del Fiora che gestisce la Toscana sud – ha continuato -, presentano un andamento critico e un forte deficit rispetto al 2021, le sorgenti del Fiora che servono tra l’altro Grosseto e Follonica, sono ad un meno 6 rispetto al 2021, questo vale anche per alcuni Comuni dell’area senese e per la stessa Siena con una criticità del meno 23,2 per cento. Problemi anche per la dorsale dell’Arbore che serve Grosseto e Arcidosso con meno 18,3 per cento”. Mazzei ha parlato poi delle aree che abitualmente vanno in emergenza idrica come quelle delle colline metallifere, del Chianti, alcune aree dell’Amiata e della zona sud della provincia di Siena.

Diverso il quadro presentato da Publiacqua, preoccupante per le falde ma non per l’invaso di Bilancino che “a ieri – ha detto – invasa il 92,25 per cento della sua capacità complessiva, pari a 63miioni di metri cubi, un buon livello di scorta e questo garantisce che tutta l’area del sistema fiorentino, prato-pistoiese e del Chianti fiorentino possano far conto su una disponibilità di risorsa idrica fino ad ottobre-novembre” ma “Publiacqua – ha proseguito – ha segnalato criticità per 42 piccoli sistemi isolati circa 7mila 700 abitanti che riguardano 19 piccoli Comuni come Castelfranco Pian di Scò o Badia a Passignano”. Altri gestori evidenziano difficoltà in Lunigiana e sulle Apuane, nei Comuni di Camaiore e Massarosa anche per il decadimento della qualità dell’acqua e criticità anche per la salinità dell’acqua all’Elba e in Val di Cornia e anche nella Val di Cecina. Criticità anche segnalate da Gea nei sistemi collinari del comune di Lucca e da Nuove Acque su Montedoglio che garantisce l’approvvigionamento di Arezzo e della Val di Chiana e invasa 62milioni di metri cubi. Problemi anche a Laterina, Chiusi, Lucignano e Monte San Savino ancora non serviti dall’invaso di Montedoglio.

Riguardo alle azioni messe in campo, Mazzei ha ricordato “i rifornimenti mediante autobotte per riempire i serbatoi ed incrementare la risorsa, soprattutto per i sistemi con criticità estiva nelle zone turistiche”. Particolare attenzione all’isola d’Elba dove “ci potranno essere casi estremi di turnazioni nelle ore notturne ma, nei giorni di maggior picco, sono possibili anche di giorno”. Tra le azioni da intraprendere anche quella di “realizzare una campagna straordinaria di ricerca e riduzione delle perdite per conseguire l’ottimizzazione del servizio”. Mazzei ha ricordato che “dal 2018 al 2021 sono stati recuperati 33milioni di metri cubi di acqua all’anno, un 6 per cento dell’acqua immessa in rete (metà acqua di Bilancino) come riduzione delle perdite grazie alla campagna ordinaria”, “resa possibile anche grazie alla digitalizzazione delle reti”. Un’ultima azione a breve termine “sono gli interventi puntuali per l’attivazione di nuove risorse come pozzi o interconnessioni tra acquedotti”.

Molte le sollecitazioni da parte dei consiglieri regionali. Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia) ha chiesto informazioni sul bacino di Gello, fermo da 30 anni e sulla capacità di Bilancino. Anna Paris (Pd) ha domandato particolari sulla situazione delle perdite e delle interconnessioni come interventi a breve. Richiesta di precisazioni sulle azioni svolte dalla crisi del 2012, sul dissalatore dell’Elba e sull’ipotesi di utilizzo delle acque sotterranee sono arrivate da Irene Galletti (Movimento 5 stelle).

Mazzei ha risposto che l’invaso di “Bilancino si svuota per garantire un rilascio per il deflusso minimo vitale della Sieve e dell’Arno ma si ricarica anche in tempo asciutto di un 50 per cento e  ha ricarica veloce”. Sulle perdite ha affermato: “stiamo facendo azioni importanti da diversi anni ma non ci sono sistemi standard, ad esempio Livorno ha un livello di perdite basso, 8,5 per cento, grazie all’abbassamento delle pressioni notturne viceversa per la rete di Firenze l’abbassamento delle pressioni può essere fatto fino ad un certo punto, dipende da come le reti sono state realizzate”. “Da completare – ha aggiunto – la riduzione di rete in porzioni piccole. In programma ci sono una decina di interventi strategici ma che sono privi di finanziamento perchè costosi, ad oggi si parla di 900milioni di euro per un invaso nella toscana sud oppure nell’area della Val di Cecina o interconnessioni per area fiorentina con quella lucchese, si tratta di opere individuate ma senza finanziamento e nemmeno il Piano nazionale di ripresa e resilienza ci aiuterà perchè prevede conclusione dei lavori entro il 2026”. Sul dissalatore dell’Elba ha aggiunto: “se riduciamo le perdite ancora ad un livello troppo elevato probabilmente non sarà necessario realizzare il secondo dissalatore”.  E sull’invaso di Gello: “attualmente Publiacqua ha presentato la valutazione di impatto ambientale al ministero dell’Ambiente”.

Elisa Montemagni (Lega) ha ribadito problema dell’acqua sporca nei Comuni della costa mentre Marco Niccolai (Pd) ha chiesto se si tratti di un fenomeno eccezionale che ha le dimensioni del mai visto mentre Andrea Pieroni (Pd) ha domandato di fare il punto sugli interventi in programma, in particolare sull’auspicato invaso della Valdicecina.

Mazzei ha concluso ribadendo che spesso le aree turistiche vanno in difficoltà nel periodo estivo, di solito “quelle legate a sorgenti superficiali e locali ad esempio molti Comuni di Lunigiana e Garfagnana”, che “sono previsti interventi di sostituzione delle reti adduttrici e reti interne per superare la criticità sull’acqua sporca e torbida soprattutto per zone di Camaiore, Massarosa e Viareggio”. Infine, sull’invaso della Val di Cecina: “Asa sta realizzando lo studio di fattibilità per l’invaso di Pian di Goro poi dovremo cercare i finanziamenti”.