Rinnovabili

Emergenza coronavirus, la crisi economica colpirà l’energia pulita

emergenza coronavirus
Credits: © 123rf.com

Emergenza coronavirus, gli effetti sulle rinnovabili mondiali

(Rinnovabili.it) – Sembrava che nulla potesse rallentare la cosa mondiale delle energie rinnovabili. Nulla, fino all’emergenza coronavirus (COVID-19).

Lo scoppio dell’epidemia ha toccato prima il mercato cinese, con ovvie ricadute sull’energia nazionale e sulle catene di fornitura extra Repubblica popolare. Oggi però non si tratta più di sapere se ci saranno abbastanza pannelli solari o batterie per portare a termine i progetti programmati. Con l’aumentare del numero di infezioni e vittime, i governi stanno impostando misure sempre più drastiche e le preoccupazioni vanno del settore vanno oltre la semplice supply chain.

L’emergenza coronavirus sta infatti alimentato i timori di una recessione economica globale di cui, per ora, è praticamente impossibile valutare l’impatto.

Secondo gli esperti è probabile che il rallentamento economico blocchi molti progetti delle più grandi compagnie energetiche del mondo, compresi quelli rinnovabili. Alla fine della scorsa settimana, Bloomberg New Energy Finance ha messo mano alle sue previsioni sulla domanda globale di energia solare 2020, tagliando di quasi il 9 per cento i pronostici. Ciò potrebbe significare che questo sarà il primo anno negativo per le installazioni fotovoltaiche globali dagli anni ’80 a oggi.

Leggi anche Market parity: gli effetti del coronavirus sulle rinnovabili italiane

E come spiegato da Jenny Chase di BNEF, i veri problemi devono ancora arrivare. La fornitura di celle, moduli e attrezzature è in realtà già in fase di risoluzione, con molte fabbriche cinesi tornate in produzione o prossime a farlo. La preoccupazione maggiore, ha sottolineato l’esperto, riguarda i futuri consumi. Una recessione o un rallentamento economico potrebbero intaccare la domanda di energia o ridurre la quantità di finanziamenti disponibili. Allo stesso tempo, annullamenti e rinvii delle conferenze di settore stanno ostacolando la creazione di reti e accordi. E la carenza di manodopera potrebbe far fallire le tempistiche del progetto.

Il discorso di Chase riguarda essenzialmente il comparto fotovoltaico, ma tutto il settore dell’energia pulita potrebbe seguire dinamiche simili. Negli Usa, ad esempio, la più grande minaccia legata all’emergenza coronavirus è un blocco dell’eolico. Il 2020 dove infatti essere un anno fondamentale per gli sviluppatori potendo ancora usufruire del più alto credito d’imposta sulla produzione (la principale sovvenzione del settore). Uno stop metterebbe a rischio centinaia di progetti, con effetti a catena su tutto il comparto industriale

In un panorama ancora difficile da interpretare, l’Agenzia Internazionale dell’Energia – IEA è intervenuta per ricordare l’importanza di non abbandonare la transizione energetica in atto. I bassi prezzi del petrolio rischiano di far ritardare gli investimenti nell’energia pulita, allontanando le principali economie dal necessario percorso di decarbonizzazione

Leggi anche Cala la domanda di petrolio per il coronavirus, Opec Plus prepara le forbici

“Il forte calo del mercato petrolifero potrebbe minare le transizioni energetiche riducendo lo slancio per le politiche di efficienza energetica”, ha dichiarato il direttore esecutivo della IEA, Fatih Birol.

Secondo Birol, mentre i governi elaborano piani di contrasto al danno economico del COVID-19, dovrebbero garantire che gli investimenti nell’energia pulita “non si perdano nella raffica di priorità immediate”. “Non dovremmo permettere alla crisi odierna di compromettere la transizione low carbon”, ha affermato il capo IEA. “I governi possono utilizzare la situazione attuale per intensificare le loro ambizioni climatiche e lanciare pacchetti di stimolo sostenibili incentrati sulle tecnologie energetiche pulite”.

Exit mobile version