Le elezioni UE 2024 di giugno saranno un test decisivo per la transizione ecologica dell’Europa
(Rinnovabili.it) – Una spinta decisiva sulle rinnovabili. Accelerare l’addio alle fossili. E anticipare di 10 anni il raggiungimento della neutralità climatica. Un colpo di spugna ai sussidi ambientalmente dannosi (SAD). E rivedere da cima a fondo la politica agricola comune. Tutto questo accompagnato da un corposo piano di investimenti sociali per rendere davvero sostenibile la transizione ecologica del continente. Sono alcuni dei punti principali del manifesto elettorale che i Verdi europei stanno mettendo a punto in vista delle elezioni UE 2024 del prossimo giugno.
Nessuna “pausa” nel Green Deal
Il programma ha un obiettivo: tagliare le gambe a chi oggi critica il Green Deal e lo vorrebbe mettere nel cassetto. Critiche sempre più numerose. Anche tra chi ha sostenuto con forza l’impianto dato da Ursula von der Leyen alla transizione, come la Francia di Macron che nei mesi scorsi si è spinta a chiedere una “pausa” nelle riforme verdi dell’UE per far rifiatare l’industria. Una posizione che è dominante tra i popolari europei (il PPE) e che conquista posizioni anche tra i socialisti (il PSE), cioè i due grandi pilastri delle maggioranze a Bruxelles da decenni.
La soluzione dei Verdi europei è intrecciare un piano di investimenti che punti a creare i necessari cuscinetti sociali ad uno, altrettanto ambizioso, per proseguire la trasformazione verde dell’UE a un ritmo ancora più accelerato. Questo Green Social Deal andrebbe quindi a proseguire, approfondendole, tutte le linee di intervento già attivate dalla Commissione uscente.
Il programma dei Verdi europei per le elezioni UE 2024
La bozza di programma per le elezioni UE 2024, anticipata da Euractiv, riporta molti punti concreti. Tra cui spicca l’ambizione di puntare al 100% di rinnovabili nel mix spingendo, oltre che su eolico e fotovoltaico, anche su idroelettrico e geotermico. Riuscendo così a spostare al 2040 l’obiettivo della neutralità climatica, oggi fissato al 2050. “Solo le energie rinnovabili possono garantire un pianeta abitabile, l’indipendenza geopolitica dagli autocrati e un sistema energetico resiliente e gestito democraticamente”, si legge nella bozza. “Vogliamo pannelli solari su ogni tetto possibile per mettere i cittadini al centro della transizione energetica dando loro energia e controllo più economici”.
C’è poi il passaggio – delicatissimo, viste la sensibilità del dossier, come stanno dimostrando le proteste dei trattori in mezza Europa in questi giorni – sulla PAC. I Verdi europei propongono una nuova riforma della politica agricola comune che cambia radicalmente rotta rispetto a quella approvata nel 2021. E darebbe sussidi esclusivamente “alla produzione biologica e agroecologica”, mentre oggi è l’agricoltura industriale la principale beneficiaria.
Sulle fossili, i Verdi europei propongono il phase out del carbone nel 2030, del gas nel 2035 e del petrolio nel 2040. Mentre sui sussidi fossili vorrebbero un piano d’azione entro il 2025 e un altro due anni più tardi per i SAD.
La gamba “social” del nuovo Green Deal europeo sarebbe costituita da un mix di investimenti pubblici, iniziativa privata e riforme fiscali. “Chiediamo un’imposta patrimoniale a livello europeo per combattere la disuguaglianza e finanziare la transizione verde”, scrivono i Verdi, che chiedono anche “una tassa europea sulle transazioni finanziarie per generare entrate frenando la speculazione”, e “un’imposta europea sulle entrate straordinarie per le società energetiche permanente per prevenire profitti nelle future crisi energetiche e applicarlo ai commercianti di materie prime e alle banche”.