(Rinnovabili.it) – Esiste una strategia globale condivisa che possa arginare rapidamente la crisi climatica garantendo a tutti un futuro sostenibile e decarbonizzato? Se si guardasse ai risultati della recente COP 26 di Glasgow, la risposta sarebbe “non ancora”. L’atteso vertice ONU ha mostrato tutte le difficoltà di riuscire a metter d’accordo oltre 190 Paesi su un percorso di impegni ambiziosi e comuni. E il bicchiere è risultato ancora una volta mezzo vuoto. Per la prima volta nella storia delle COP sul clima, un testo negoziale ha citato esplicitamente l’abbandono graduale dei sussidi alle fonti fossili e la riduzione dell’uso del carbone. Ma il compromesso finale ha dovuto fare ben più di una concessione per riuscire a mettere assieme interessi e priorità nazionali molto diversi tra loro. E tutt’oggi la traiettoria della transizione energetica mondiale appare incerta e in ritardo.
Il terreno di scontro è sempre lo stesso: la produzione energetica e il passaggio dalle fonti più inquinanti a quelle più verdi. Eppure per ridurre le emissioni e mantenere il riscaldamento globale entro 1,5°C di aumento, non è importante solo agire sulla generazione di energia ma anche sulle modalità con cui questa energia viene utilizzata e consumata. Il perché lo mette bene in chiaro Back to 2050, rapporto di Schneider Electric pubblicato in occasione della COP26 e dedicato ai futuri scenari di decarbonizzazione. Un documento che analizza con lucidità i trend attuali per capire quanto sia realizzabile o meno l’obiettivo di contenere l’aumento delle temperature e raggiungere le zero emissioni nette.
Back to 2050, tra nuove tecnologie e progresso umano
Se la COP26 ha lasciato in molti il timore d’essere più vicini ad un fallimento climatico che alla risoluzione della crisi, il rapporto Back to 2050 risponde con una ventata di speranza: un’economia net-zero è ancora realizzabile ma è necessario accelerare la modernizzazione e ricalibrare il fuoco.
L’analisi parte da una semplice riflessione. Da sempre la produzione di energia ha inseguito la domanda. Ciò significa che per avere successo nel processo di decarbonizzazione globale, ai consumatori va riconosciuto il ruolo di regina nello scacchiere energetico.
Lo studio ha valutato gli impatti a lungo termine sull’utilizzo di energia (e sulle relative emissioni) di 12 trasformazioni chiave già in corso. Elementi dirompenti come la guida autonoma, la generazione distribuita di energia pulita, l’elettrificazione dei trasporti, l’economia circolare e la digitalizzazione dei processi industriali, solo per citarne alcuni.
Si tratta di tecnologie, legate a doppio filo con le nuove aspettative sociali e il ricambio generazionale, che stanno modernizzando l’economia odierna e riducendo la sua intensità di carbonio. Il risultato? Queste evoluzioni – tecnologiche e comportamentali – stanno già cambiando il modo in cui consumiamo energia e riducendo le emissioni, proiettandoci in un futuro completamente differente dal nostro presente. Tuttavia per centrare l’obiettivo net zero è necessario accelerare i progressi e renderli un “investimento positivo” per tutti, anziché un “onere”. È necessario collegare la transizione energetica allo sviluppo economico ed umano, rendendo i consumatori il vero fuoco delle strategie di decarbonizzazione. “Esiste un percorso chiaro per collegare il cambiamento climatico e il progresso sociale – si legge nel report – e sosteniamo che questa sia l’unica possibilità di effettuare un cambiamento di tale portata in meno di 3 decenni”.
L’Elettricità 4.0 di Schneider Electric
Per non perdere il treno 2050, la transizione ecologica deve passare da un focus completamente incentrato sulla produzione e le infrastrutture ad uno che fornisca pari attenzione a domanda e consumatori. La nota positiva? La tecnologia è già pronta, come dimostra Schneider Electric, multinazionale attiva nella trasformazione digitale della gestione energetica e dell’automazione. La società, classificata come la più sostenibile al mondo da Corporate Knigths, lavora quotidianamente con l’obiettivo di consentire a tutti di utilizzare al meglio energia e risorse, riducendo l’impronta di carbonio. Un impegno fatto di prodotti innovativi, alte competenze e partnership mirate, e guidato da una precisa visione, che l’azienda chiama “Elettricità 4.0“.
Il concetto nasce dall’unione di due dei cambiamenti più promettenti e vantaggiosi per il sistema energetico moderno, ossia l’elettrificazione dei consumi e la digitalizzazione.
Le scienze economiche hanno dimostrato come la generazione di energia elettrica e il progresso siano fortemente correlati. E oggi la transizione ecologica ha incoronato l’elettricità come il suo principale vettore, grazie alla possibilità per quest’ultima di prendere il posto dei combustibili fossili in diversi settori e ad un’efficienza dalle 3 alle 5 volte superiore a quella di altre fonti.
Quando questo elemento incontra le tecnologie digitali si ottengono nuovi benefici. È possibile rendere l’energia “visibile” e “intelligente”, dando vita a nuovi modi di distribuirla, gestirla e risparmiarla. In altre parole è possibile partecipare all’azione climatica attraverso un approccio che premi economia, consumatori e clima.
In tale contesto Schneider Electric ha definito una precisa strategia. L’obiettivo è dar concretezza alla visione Elettricità 4.0 all’interno di edifici, industrie, reti, infrastrutture e data center come strada per contribuire ad un futuro più pulito ed efficiente. D’altra parte, con alle spalle una storia centenaria costruita su continue innovazioni, la società si trova oggi in una posizione unica per mettere il progresso tecnologico al servizio della decarbonizzazione in tutti i mercati in cui opera a livello globale.
Sostenibilità e digitalizzazione, le parole chiave della transizione
Ci sono pochi dubbi. Oggi giorno le aziende sostenibili sono quelle più competitive e resilienti; quelle in grado di innovare per anticipare i cambiamenti strutturali del proprio settore, eliminando sprechi, riducendo costi e puntando su processi più efficienti e controllabili. È qui che entra in gioco la digitalizzazione, vero e proprio motore dell’innovazione. Schneider Electric mira ad unire questi due elementi – digitalizzazione e sostenibilità – per trasformarli in una leva di crescita per sé e per i suoi clienti. Le cosiddette tecnologie 4.0 permettono, infatti, di impiegare le risorse in maniera intelligente e di gestire i consumi nel migliore dei modi. E, unite alle innovazioni specifiche per i diversi settori dell’economia possono innescare un circolo virtuoso accelerando quello sviluppo sostenibile necessario agli obiettivi 2050.
In questo contesto, il Gruppo fornisce prodotti, sistemi, software e servizi che ottimizzano la gestione dell’energia e i processi industriali. Con un occhio sempre fisso sull’eco-innovazione e sulla riduzione delle emissioni.
Soluzioni d’avanguardia che permettono, ad esempio, l’analisi e la gestione in remoto delle smart grid o l’automazione industriale. Strumenti in grado di aiutare le abitazioni ad essere più sostenibili, sicure e adattive e le reti di distribuzione, più resilienti ed ecologiche. O ancora, prodotti capaci di riqualificare in ottica green sistemi tradizionali, come i nuovi quadri elettrici a media tensione che impiegano l’isolamento ad aria al posto del tradizionale SF6 (gas climalterante). Un impegno che copre tutta la filiera e che mira a collegare “tutto” ed “ovunque” per innescare un cambiamento tecnologico e culturale.
“Per accelerare il percorso di decarbonizzazione dobbiamo agire su tre assi contemporaneamente”, spiega Stefania Iandolo – Safety, Environment and Real Estate Director, Schneider Electric Italia. “Sull’efficienza energetica, sviluppando tecnologie che ci permettano di usare sempre meno energia e di usarla meglio; sulla digitalizzazione, che è fondamentale per creare sistemi energetici basati sempre più su elettricità prodotta da fonti rinnovabili, per garantire la disponibilità di questa energia; e su un cambiamento culturale profondo”.
“L’efficienza energetica e la decarbonizzazione – continua Iandolo – devono diventare una ragione di scelta nelle valutazioni di investimento ovunque si consumi energia. Nelle industrie, negli edifici, nelle infrastrutture, nei data center, nelle città: abbiamo bisogno che le aziende e le persone attivino un circolo virtuoso e coinvolgano via via i clienti, i fornitori, i consumatori in un percorso congiunto di sostenibilità”.
In collaborazione con Schneider Electric