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La nuova vita dell’Effort Sharing Regulation

Effort Sharing Regulation: il Consiglio lo vuole mantenere
Foto di marcinjozwiak da Pixabay

Con l’Effort Sharing Regulation resta un’Europa a più velocità anche sul clima

(Rinnovabili.it) – Per ridurre le emissioni di gas serra, l’Unione Europea deve continuare a usare l’Effort Sharing Regulation (ESR). Lo strumento che calibra lo sforzo di taglio emissioni in alcuni settori in base al livello di ricchezza di ciascun paese resta la via maestra per distribuire il fardello tra i Ventisette. L’ESR va solo aggiornato, portandolo in linea con la legge sul clima UE e l’obiettivo di -55% di emissioni entro il 2030.

E’ su questa posizione che si sta creando un consenso tra i 27 paesi membri in vista del 14 luglio, giorno in cui la Commissione presenterà un pacchetto di misure che toccheranno diversi aspetti della politica climatica comunitaria.

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“Il Consiglio europeo ribadisce la necessità di mantenere gli obiettivi nazionali nell’ambito dell’Effort Sharing Regulation e di preservare il suo ampio campo di applicazione per stimolare misure efficaci a livello nazionale”, recita una bozza di comunicato finale del prossimo incontro del Consiglio europeo. Il vertice è previsto per il 24 e 25 maggio e sarà fondamentale per tradurre in termini più concreti gli impegni collettivi presi con la legge sul clima UE.

Per superare le resistenze di alcuni Stati, tra cui molti dell’est Europa, la Commissione ha dovuto annacquare il testo iniziale. Uno dei punti su cui l’esecutivo ha ceduto è la formula con cui suddividere i tagli alle emissioni. La proposta era di rendere l’obiettivo del -55% vincolante per tutti e ciascuno, ma il testo finale parla del -55% come di un obiettivo da raggiungere collettivamente. Non tutti dovranno correre alla stessa velocità.

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Da qui la proposta di prolungare la vita dell’ESR, il meccanismo di distribuzione del carico del taglio delle emissioni che non sono coperte dall’ETS, cioè il sistema di scambio dei crediti di carbonio che riguarda soprattutto settore energetico e industria pesante. Sotto l’ombrello dell’ESR ricade circa il 60% delle emissioni prodotte in Europa, tra cui quelle dei trasporti e degli edifici (se non verranno invece aggiunte all’ETS, come anticipato dalla presidente della Commissione Ursula von der Leyen). Ogni paese ha obiettivi specifici tarati in base al PIL pro capite.

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