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Effetto COVID-19: lo scenario energetico globale non tornerà mai come prima

La crisi innescata dal coronavirus ridurrà in maniera permanente la domanda energetica. I dati nella nuova analisi di DNV GL

scenario energetico globale
Image by Michael Schwarzenberger from Pixabay

Uno sguardo al futuro scenario energetico mondiale attraverso l’Energy Transition Outlook 2020

(Rinnovabili.it) – In pochi mesi la pandemia di COVID-19 ha completante stravolto lo scenario energetico globale. Al di là di quella che sarà la risposta sanitaria e la ripresa economica del Pianeta, questo settore non tornerà più ad essere lo stesso. Ad affermarlo sono oggi gli esperti di DNV GL, società di consulenza norvegese. Nell’Energy Transition Outlook (pdf) pubblicato oggi a Oslo, DNV GL guarda al futuro dell’energia provando a intercettare trend e cambiamenti. Secondo gli autori del documento, entro il 2050 l’elettricità da fonti rinnovabili rappresenterà quasi il 50% del consumo energetico a livello mondiale, mentre oggi il rapporto è di circa 20 a 80 con le fonti fossili.

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La società rintraccia in questa evoluzione un visibile cambiamento rispetto alle proiezioni pre-pandemia. L’opinione è che le conseguenze della crisi sanitaria ed economica abbiano cambiato in maniera definitiva la scenario energetico globale attraverso una profonda riduzione dei consumi. Secondo il report di DNV GL, la domanda sarà inferiore del 6-8% l’anno, fino alla metà del secolo. Il primo settore a risentirne – non è una novità – è stato quello petrolifero, su cui sono pesate anche le tensioni tra Arabia Saudita e Russia. Secondo la società di consulenza è probabile che questi trend comportino effetti duraturi per la società, con un rilevante impatto sulla domanda energetica di trasporti e immobili commerciali. 

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Secondo gli autori, abbiamo anche assistito al picco di carbonio del settore energetico, grazie ad un taglio dell’8% della CO2 emessa, che non dovrebbe risanarsi nel tempo. “Le emissioni (di questo comparto) non saranno mai più alte come nel 2019”

Ma la partita della decarbonizzazione è ancora tutta da giocare. “La cosa più sorprendente è che, nonostante emissioni e consumi dell’energia siano in calo, la CO2 globale non stia diminuendo abbastanza per raggiungere gli obiettivi climatici”, sottolinea Remi Eriksen, CEO di DNV GL. “Per raggiungere questi target, il mondo dovrà apportare lo stesso taglio del 2020, ogni singolo anno per i prossimi 30 anni”. 

Per Eriksen le tecnologie per plasmare un futuro in linea con gli obiettivi di Parigi esistono già. “Il gas – destinato a diventare la principale fonte energetica nel 2026 – può giocare un ruolo fondamentale, anche se prevediamo che solo il 13% di questo combustibile sarà decarbonizzato entro la metà del secolo”, spiega il CEO. “L’idrogeno ha ricevuto una forte spinta dagli sviluppi nelle politiche europee, ma contribuirà comunque solo per il 6% alla domanda energetica nel 2050”.

CO2

La società è convinta che la transizione ecologica sia comunque percorribile. In proporzione al PIL, nel 2050 l’umanità spenderà in energia meno di oggi: l’1.6% del prodotto interno lordo globale rispetto al 3% nel 2018. E poiché il mondo spenderà meno, i decisori avranno più margine per intraprendere le azioni straordinarie richieste per decarbonizzare il mix energetico.

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