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Gli effetti della guerra sul mercato elettrico e del gas europei

Le tensioni geopolitiche lamentano la forte volatilità dei pezzi di gas ed elettricità all'ingrosso. Nuovi record anche per il petrolio e il carbone.

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Il nuovo report della Commissione europea sul mercato elettrico e del gas

(Rinnovabili.it) – L’invasione russa dell’Ucraina e le conseguenti sanzioni applicate dall’Occidente hanno avuto un severo impatto sul mercato elettrico e del gas in Europa. Le nuove tensioni geopolitiche hanno esasperato trend già in salita, segnando nuovi record nei prezzi e intensificando i rischi per la sicurezza energetica UE. Questo il quadro fornito dalla Commissione Europea nel suo nuovo rapporto di aggiornamento trimestrale. Il doppio documento sottolinea come l’aggressione della Russia contro l’Ucraina abbia rafforzato le incertezze su entrambi i mercati ed esercitato forti impatti sui consumatori. 

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Mercato del gas: l’avanzata del GNL

Sul fronte del gas, la volatilità ha caratterizzato tutto il primo trimestre del 2022, con un prezzo spot TTF salito fino alla cifra record di 212 euro il MWh il 7 marzo. Non è stato il solo carburante a crescere. Il greggio all’inizio di marzo è salito a nuovi massimi (138 USD/bbl) dall’estate 2008 e anche i prezzi del carbone hanno raggiunto livelli record (360 €/Mt). “L’UE  – si legge nella nota stampa – ha speso circa 78 miliardi di euro per le importazioni di gas nei primi mesi del 2022 (di cui 27mld per le importazioni di gas russe). Le importazioni nette di gas dell’UE sono aumentate del 10% durante questo periodo, mentre le importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) sono aumentate del 72% su base annua. Il GNL è diventato la principale fonte di approvvigionamento durante i primi mesi del 2022, con il 34% del totale delle importazioni di gas extra-UE che arrivano in questa forma”.

Tuttavia, la crescita del GNL non ha potuto colmare i ritardi negli stoccaggi. Il 31 marzo 2022 il tasso medio di riempimento delle riserve UE era del 26%; ossia circa 4 punti percentuali in meno rispetto allo stesso periodo del 2021. E se l’inverno fosse stato più rigido, la differenza sarebbe stata decisamente più ampia.

Mercato elettrico: il brutto record dell’Italia

Il rapporto sul mercato elettrico mostra le stesse difficoltà. Sanzioni internazionali e timore di un’interruzione del flussi di gas russo in Europa hanno fatto lievitare i prezzi dell’energia elettrica nel primo trimestre del 2022. L’European Power Benchmark ha registrato una media di 201 euro il MWh in questo periodo, pari ad un più 281% rispetto al primo trimestre 2021. I maggiori aumenti su base annua nei paesi sono stati registrati in Spagna e Portogallo (+411%), Grecia (343%) e Francia (+336%). Ma spetta all’Italia il prezzo medio trimestrale più alto, con ben 249 euro il MWh (più 318% sul 2021).

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“Le quote di CO2 hanno registrato un nuovo picco all’inizio di febbraio, superando i 96 €/tCO2, per poi diminuire brevemente all’inizio di marzo e ri-crescere successivamente verso i 80-85 euro per tonnellata di CO2”. Nello stesso periodo le energie rinnovabili hanno raggiunto il 39% della produzione totale, sovraperformando i combustibili fossili (37%). Rispetto al primo trimestre del 2021, la generazione verde ha aumentato la propria produzione dell’1% (+1 TWh) a seguito di un aumento del 20% (+20 TWh) dell’eolico onshore, del 31% del solare (+8 TWh) e dell’8% dell’eolico offshore (+1 TWh). E nonostante la produzione idroelettrica in calo del 27% (-28 TWh). Nello stesso periodo si registra un aumento del 6% (+17 TWh) dei combustibili fossili e un calo del 9% (-16 TWh) della generazione nucleare.