I vari interventi, moderati da Christian Hoffmann della Task Force EUSALP “Foreste Multifunzionali ed Uso Sostenibile del Legno”, si sono alternati in un dialogo ideale con le future generazioni attraverso attraverso rappresentanti delle Amministrazioni Forestali e del comparto del mobile-arredamento, ricercatori ed esperti di politica forestale.
Ieri un evento di confronto e formazione organizzato dalla presidenza congiunta trentina e altoatesina di EUSALP
I boschi e i paesaggi alpini odierni saranno quelli del futuro? Molti degli effetti del cambiamento climatico sono già visibili in tutte le regioni dell’arco alpino e i modelli climatici elaborati concordano sul fatto che, se non vi sarà un’inversione di tendenza, temperature alte e piogge scarse si accompagneranno a fenomeni metereologici estremi e ad attacchi importanti da parte di insetti e altri patogeni. I proprietari di boschi, le comunità che presidiano i territori ed i vari visitatori osservano preoccupati. A ciò si aggiungono le voci di coloro che lavorano il legname e che si occupano della protezione e difesa del territorio. Per contribuire a dare una risposta su queste ed altre importanti tematiche e mettere a dialogare gli attori interessati la Presidenza italiana EUSALP, ha organizzato l’evento “Come possono gli esperti della filiera foresta-legno e la società civile rispondere alla crisi climatica?”, che si è tenuto alla Fiera di Bolzano e come workshop online nel corso di ieri pomeriggio.
I vari interventi, moderati da Christian Hoffmann della Task Force EUSALP “Foreste Multifunzionali ed Uso Sostenibile del Legno”, si sono alternati in un dialogo ideale con le future generazioni attraverso attraverso rappresentanti delle Amministrazioni Forestali e del comparto del mobile-arredamento, ricercatori ed esperti di politica forestale.
La complessità della crisi climatica richiede – come sottolineato da Raoul Romano del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali – che gli Stati parte della Macrostrategia Alpina articolino, attraverso le proprie Strategie Forestali, politiche in grado di accompagnare l’adattamento degli ecosistemi forestali, attraverso gli attori coinvolti, alle mutate condizioni, attuando a livello locale politiche con obiettivi coerenti alle esigenze specifiche dei territori.
Come è stato ribadito da Günther Unterthiner del Dipartimento Foreste della Provincia autonoma di Bolzano, l’obiettivo a medio e lungo termine deve essere quello di coltivare boschi adattivi e resilienti, anche tramite l’adeguamento dei sussidi europei al comparto forestale. Queste attività devono inoltre avvenire in armonia con gli altri documenti strategici in materia di sostenibilità ed essere inserite nei campi d’azione dell’Agenda forestale 2030.
Va da sé che per le attività delineate, ha osservato Susanne Brandl del Centro di Ricerca Forestale della Baviera, devono essere dati agli esperti del settore forestale e alla società civile strumenti che consentano di orientare e comunicare la scelta delle specie arboree per una gestione delle foreste in linea con i cambiamenti e le sfide in atto. A tal fine, è stato presentato uno strumento di supporto alle decisioni, che consente di identificare regioni in cui i riferimenti climatici futuri delle località alpine sono già realtà. Tali dati, comparati con quelli degli inventari forestali dei territori in cui si intende operare, forniranno uno spettro di informazioni utili sulla composizione delle specie arboree e la loro idoneità climatica per la futura gestione forestale.
I cambiamenti in atto avranno effetti importanti sulla filiera a valle di quella forestale, ha ribadito Angelo Marchetti, presidente di Assolegno-Federlegno. A questo scopo, devono essere messi a disposizione di tutti gli operatori della filiera del legno opportuni strumenti di ordine giuridico, tributario, finanziario ed economico che agevolino il ruolo delle prime e successive lavorazioni del legno, nello stoccaggio dell’anidride carbonica nei prodotti legnosi e nella mitigazione degli effetti legati ai mutamenti climatici.
L’attuale crisi geopolitica e l’insicurezza degli approvvigionamenti delle specie legnose maggiormente importate è stata portata all’attenzione da Andreas Kleinschmit, di Homo Silvestris Europae, che ha evidenziato la necessità di valorizzare le specie arboree meno considerate, assieme ad un’ulteriore spinta verso l’innovazione di prodotti e tecnologie. Altrettanto importante risulta la transizione da un modello economico lineare a uno che armonizzi standard e regolamenti a marchio CE anche nell’area EUSALP.
A queste sollecitazioni ha risposto Ariane Benedikter, giovane rappresentante della società civile. Ribandendo l’importanza degli ecosistemi forestali e sottolineando il suo personale impegno a favore della selvicoltura, ha evidenziato come la partecipazione diretta sarà fondamentale nei prossimi anni: per trovare l’equilibrio tra resilienza e sostenibilità e per responsabilizzare i giovani sull’argomento, coinvolgendo ancora di più la componente femminile della società nel dialogo. Una partecipazione attiva che potrà portare alla condivisione degli obiettivi e al conseguimento di risultati positivi nella lotta al cambiamento climatico.