Il Friuli Venezia Giulia è stata tra le prime regioni ad affrontare questi argomenti con la legge regionale 34 del 2017
Il ‘Circular Economy Report’ del Politecnico di Milano promuove la regione
Trieste, 22 feb – “Non è un caso che la nostra Regione figuri tra le meglio posizionate nel cavalcare l’atteso boom legato all’economia circolare: il Friuli Venezia Giulia, infatti, è stata tra le prime ad affrontare questi argomenti con la legge regionale 34 del 2017, addirittura in anticipo sulle direttive dell’Unione europea. Abbiamo poi istituito – per primi in Italia – l’assessorato e la direzione allo Sviluppo sostenibile ritenendoli strategici per la crescita del nostro territorio”.
L’assessore alla Difesa dell’ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile, Fabio Scoccimarro, commenta così il ‘Circular Economy Report’, redatto dall’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, che ha segnalato le sette regioni italiane – tra cui appunto il Friuli Venezia Giulia – in grado di presentare una normativa avanzata sul fronte dell’economia circolare.
“Proprio perché si tratta di una materia trasversale, la Regione ha istituito un gruppo di lavoro interdirezionale sull’economia circolare – spiega Scoccimarro – per accompagnare in modo concreto le aziende nella transizione verso nuovi modelli”.
“L’economia circolare è uno dei mezzi principali per raggiungere gli obiettivi del Green Deal previsto dall’Unione europea – aggiunge l’assessore -. Un modo nuovo di progettare l’economia, dando un forte impulso all’innovazione e di conseguenza anche alla crescita economica e all’aumento della competitività. Puntando, infatti, sulla collaborazione integrata privato-pubblico, viene promossa anche la responsabilità sociale di impresa verso l’intero territorio di appartenenza”.
“Il percorso virtuoso intrapreso dal Friuli Venezia Giulia serve proprio ad accompagnare le nostre imprese nella transizione verso l’economia circolare e dunque verso modalità produttive sostenibili e responsabili, abbattendo barriere sociali, economiche, politiche e tecnologiche, al fine – conclude Scoccimarro – di valorizzare le risorse locali, creare nuova occupazione ed evitare la produzione di rifiuti”. ARC/Com/rt/pph