di Paolo Travisi
L’economia circolare ha impatto sull’ambiente e sull’equità sociale
L’economia circolare è un obiettivo di primaria importanza per l’Unione Europea: il target è arrivare all’85% nel riciclo degli imballaggi e dei rifiuti entro il 2030. Ed i dati in merito sono molto positivi, ma occorre abbandonare al più presto il modello usa e getta. E’ quanto ha evidenziato il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa, riunitosi in sessione plenaria a Strasburgo. Il congresso ha votato all’unanimità un documento in cui si invitano le città e le regioni europee a sposare l’economia circolare. Approccio che “ha il potenziale di aumentare la resilienza sociale ed economica e promuovere l’uguaglianza” e abbandonare il modello del “prendi, usa e getta” perché “nuoce significativamente all’ambiente e alla giustizia sociale e non è più praticabile“.
Economia circolare, perché è giusto praticarla?
Il Congresso chiede agli enti locali e alle regioni di “sviluppare e attuare attivamente strategie e piani d’azione di economiacircolare che promuovano i diritti umani e la democrazia“. Il rapporto sottolinea l’evoluzione dei modelli economici da lineari a circolari, evidenziando in particolare il passaggio verso la sostenibilità e l’efficienza delle risorse avviato in tutta Europa e delinea come i tradizionali modelli di economia lineare abbiano portato a un consumo eccessivo, alla dipendenza dalle importazioni e a un significativo degrado ambientale con visibili cambiamenti climatici; inoltre sostiene la trasformazione verso un’economia circolare in cui le risorse siano conservate, attraverso la prevenzione e la progettazione ecocompatibile, riutilizzate e riciclate e dove concentrarsi si sposta verso l’approvvigionamento delle forniture a livello locale.
Che cos’è il Congresso dei poteri locali e regionali
Il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa è un’assemblea politica paneuropea composta da 636 membri che rivestono una carica elettiva presso enti locali e regionali (consiglieri regionali, provinciali o comunali, sindaci, presidenti di province e regioni) in uno dei 47 Paesi membri del Consiglio d’Europa. Il ruolo del Congresso è promuovere la democrazia e migliorare la governance a livello locale e regionale, nonché rafforzare l’autonomia degli enti locali. Inoltre, il Congresso incoraggia i processi di decentramento, regionalizzazione e cooperazione transfrontaliera tra città e regioni europee.
Nel documento del Congresso, si fa riferimento anche al momento storico in cui ebbe inizio un cambiamento nella mentalità europea a proposito del modello economico dominante e cioè quando per la prima volta nella pubblicazione del 1972 “I limiti dello sviluppo” del Club di Roma, ci fu l’avvertimento che i sistemi naturali del nostro pianeta potessero non sostenere gli attuali tassi di crescita economica e demografica indefinitamente, anche con i progressi tecnologici. Nel 1975 l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha riconosciuto il contributo del Club di Roma e ha chiesto di organizzare lo sviluppo economico “in un modo compatibile con le esigenze ecologiche del mondo e con maggiore enfasi sull’uso più razionale delle risorse mondiali“. Ma 50 anni dopo, il mondo sta vivendo gli effetti dello squilibrio nei sistemi naturali provocati dal crescente consumo di risorse ed un ulteriore degrado dell’ambiente e del capitale naturale.
Economia circolare, cosa suggerisce il Congresso sulla mobilità
Le linee guida per la mobilità circolare indicano un’attenta pianificazione che implica l’integrazione della progettazione urbana spaziale e lo sviluppo di trasporti pubblici convenienti ed efficienti, con pedonalizzazione degli spazi urbani, trasformandoli in parchi con piste ciclabili e percorsi pedonali al posto dei tradizionali marciapiedi. Viene fatto l’esempio di Parigi che ha sviluppato “un’attenta pianificazione con piste ciclabili dedicate che separano i ciclisti dai pedoni e delimitano le corsie ciclabili sulle strade veicolari con barriere basse o alberi per la sicurezza e il comfort dei ciclisti”.
Inoltre il documento suggerisce che per ridurre “il traffico di veicoli privati nei centri cittadini, è fondamentale fornire strutture di parcheggio gratuito nelle periferie urbane. Questo, combinato con trasporti pubblici convenienti, puliti ed efficienti che offrono collegamenti fluidi in tutta la città, promuove la mobilità sostenibile”. Al riguardo è citato l’esempio scozzese della carta Young Scot, che offre il trasporto pubblico gratuito a persone di età inferiore ai 25 anni, aiutando a ridurre la congestione stradale e l’inquinamento. Secondo il documento del Consiglio i pilastri di una mobilità circolare di successo includono:
- un quadro di mobilità accessibile, conveniente ed efficiente;
- una struttura multimodale che integra il trasporto pubblico con opzioni flessibili dell’ultimo miglio come le auto su richiesta;
- un focus sulle opzioni di trasporto elettrico, condiviso e automatizzato.
Economia circolare, cosa fare per invertire la rotta: il buon esempio
Riconoscendo che una crescita economica sostenibile è un “prerequisito per lavori ben retribuiti, l’economia circolare fornisce una risposta politica che non solo affronta il degrado ambientale, ma promuove anche la prosperità economica e la creazione di posti di lavoro”. Nel paper sono indicate alcune buone pratiche che dovrebbero essere adottate: il riciclo, la produzione locale di energia rinnovabile, il rinverdimento urbano, la coltivazione di cibo a livello locale, l’agricoltura rigenerativa e la mobilità a basse e zero emissioni. Tutte queste azioni darebbero i primi risultati già entro un anno, secondo la relazione del Congresso.
Nel documento, infine, si sottolinea che gli enti locali e regionali “dovrebbero promuovere ed attuare gli appalti pubblici green, dando priorità all’acquisto di prodotti sostenibili e riciclati, guidando con l’esempio e definendo uno standard da seguire al settore privato” e abbandonare il modello del “prendi, usa e getta” perché “nuoce significativamente all’ambiente e alla giustizia sociale e non è più praticabile”. E visto che il cambiamento climatico continua ad avere un impatto sia sulla vita urbana che su quella rurale, è necessaria un’azione immediata, altrimenti, si legge nel rapporto del Congresso: “Come saranno le città europee nel prossimo decennio?”
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