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Ecco il patto per costruire il Distretto biologico unico delle Marche

“ La Regione Marche crede fortemente alle potenzialità di questo settore – ha evidenziato Carloni - come traino per molti altri comparti e cerniera di uno sviluppo sostenibile anche a livello turistico-ambientale"

Foto di M. Maggs da Pixabay

Carloni: “Sarà il distretto biologico più grande d’Europa”

Uno strumento chiave per incentivare l’economia locale, un alleato essenziale per l’equilibrio del processo alimentare e di conseguenza per la salute, un modello socio-economico del tutto nuovo. Sono queste le caratteristiche fondamentali della produzione Bio ma anche le finalità di quello che sarà il Distretto Biologico unico delle Marche più grande d’Italia e d’Europa.

Con la firma del patto per il biologico, avvenuta oggi a Palazzo Raffaello tra il vicepresidente e assessore all’Agricoltura Mirco Carloni e i rappresentanti regionali di AGCI, COLDIRETTI, CIA, CONFAGRICOLTURA, CONFCOOPERATIVE , COPAGRI, LEGACOOP , UECOOP, UNCI e CAMERA DI COMMERCIO , le Marche , infatti ,puntano per la prima volta alla creazione di un unico e grande distretto del biologico forte di numeri, progetti e obiettivi importanti .

“ La Regione Marche crede fortemente alle potenzialità di questo settore – ha evidenziato Carloni – come traino per molti altri comparti e cerniera di uno sviluppo sostenibile anche a livello turistico-ambientale. Per questo oggi la firma di questo patto sigilla la volontà – tutti insieme – di andare verso la realizzazione di un distretto biologico e del cibo che può diventare il più grande d’Europa, caratterizzato da un forte brand territoriale che identifichi le Marche come regione Bio per eccellenza, attraverso un incisivo marketing territoriale, una promozione spinta che valorizzi il prodotto in termini di qualità e competitività sui mercati interni ed internazionali. Il biologico, forte di una tradizione radicatissima nella nostra regione, è un valore aggiunto fondamentale che vogliamo inserire e far crescere in un ampio progetto di sostenibilità che integra ambiti culturali, per esempio con la Legge sui borghi; il Turismo con il progetto “ Albergo diffuso” ma anche gli operatori turistici, le amministrazioni locali, le associazioni e tutti i privati che abbiano in comune la stessa visione: rendere il brand Marche leader del biologico in Europa e quindi Regione sinonimo di qualità di vita .

Consapevoli pertanto che un’immagine univoca e organica è molto più “spendibile” e credibile all’estero, oltre a rafforzare tutto il sistema e a contrastare le debolezze. “ “Apprezziamo ed appoggiamo convintamente una iniziativa fondamentale per lo sviluppo dell’agricoltura nel nostro territorio – afferma Gino Sabatini – Camera di Commercio sarà a fianco della Regione nel sostenere il distretto unico del biologico delle Marche” “E’ uno strumento nuovo questo Distretto Biologico – ha concluso Carloni – a cui abbiamo lavorato con molto impegno in questi mesi per mettere insieme, per la prima volta, tutte le realtà, piccole medie e grandi, spesso scollegate fra loro, per dare la stessa forza di penetrazione nei mercati e le stesse opportunità a tutti. Partendo da esperienze virtuose già consolidate, come le filiere biologiche e gli accordi agroambientali d’area, e valorizzando iniziative più recenti, come i biodistretti e i distretti biologici locali appena costituiti o in via di costituzione, puntiamo a costruire insieme il futuro di una regione sempre più biologica. “ Carloni ha anche informato che la Regione Marche intende investire nella promozione del biologico in tutti i settori e sarà inserito nella parte dedicata alle Marche nella sezione “Food” di Expo 2020 Dubai. Tra gli obiettivi principali del patto siglato questa mattina, incrementare la superficie agricola utile (SAU) coltivata a biologico, passando dall’attuale 20% al 100% nelle aree Natura 2000 nei prossimi 10 anni; potenziare la ricerca, la sperimentazione e la formazione nel settore del biologico per migliorare la qualità e la produttività delle coltivazioni; tutelare e valorizzare la nostra biodiversità in alternativa agli OGM ; favorire e consolidare le filiere del biologico di prodotto e di territorio; estendere la certificazione del biologico fino alla tavola dei consumatori; promuovere il consumo dei prodotti biologici nelle mense e nei circuiti commerciali; promuovere le Marche come regione biologica con una elevata qualità della vita, al fine di accrescere la sua attrattività turistica. La nostra regione vanta imprese in continua crescita per numero e qualità della produzione e una solida storia di filiera per cui in alcuni ambiti è leader in Italia , tanto da essere definita “culla dell’agricoltura biologica italiano “.

Siamo tra le regioni con la crescita più alta nel numero di operatori: il 32% in più rispetto all’anno precedente. Numeri positivi sia per quanto riguarda i dati strutturali legati alla produzione, sia per quelli economici legati al mercato. Tanto che la Superficie Agricola Utile ( SAU) marchigiana, gestita con metodo biologico, ha raggiunto i 104.567, superando del 20% la SAU media nazionale. Il numero dei nostri operatori si avvicina a quota 4.000, così articolati: 3.126 produttori, 283 preparatori, 10 importatori e 499 preparatori e importatori. (ad’e)