Il discorso programmatico del presidente del Consiglio a Palazzo Madama parla di riforme, responsabilità nazionale e di una Nuova Ricostruzione, senza dimenticare la questione climatica. "Proteggere il futuro dell’ambiente, conciliandolo con il progresso e il benessere sociale, richiede un approccio nuovo"
(Rinnovabili.it) – “Il Governo farà le riforme ma affronterà anche l’emergenza. Non esiste un prima e un dopo”. Con queste parole il neo premier Mario Draghi ha iniziato il suo discorso nell’aula del Senato, chiamata oggi a votare la fiducia al nuovo governo. Il presidente del Consiglio ha parlato per 50 minuti tracciando le priorità della sua linea programmatica e chiedendo unità, fiducia e coesione. È un governo, quello di Draghi “senza nessun aggettivo che lo definisca” ma con un dichiarato “spirito repubblicano”. “Oggi – ha sottolineato il premier – noi abbiamo, come accadde ai governi dell’immediato Dopoguerra, la possibilità, o meglio la responsabilità, di avviare una Nuova Ricostruzione“.
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Un processo che tra i suoi punti fermi non dimentica ambiente e clima. Ecco perché accanto a priorità indiscusse come la campagna di vaccinazione, la scuola e le politiche sul lavoro trovano spazio anche i temi cari alla transizione ecologica. “Proteggere il futuro dell’ambiente, conciliandolo con il progresso e il benessere sociale, richiede un approccio nuovo: digitalizzazione, agricoltura, salute, energia, aerospazio, cloud computing, scuole ed educazione, protezione dei territori, biodiversità, riscaldamento globale ed effetto serra, sono diverse facce di una sfida poliedrica che vede al centro l’ecosistema in cui si svilupperanno tutte le azioni umane”.
In questo contesto, l’ex numero uno della promette di rafforzare la dimensione strategica del Piano di ripresa, in particolare per ciò che concerne gli obiettivi rinnovabili. L’attenzione rimarrà alta nel PNRR anche per l’inquinamento atmosferico e idrico, la rete ferroviaria veloce, le reti di distribuzione dell’energia per i veicoli elettrici e l’idrogeno. “Il ruolo dello Stato e il perimetro dei suoi interventi – ha aggiunto Draghi – dovranno essere valutati con attenzione”.
“Il cambiamento climatico, come la pandemia, penalizza alcuni settori produttivi senza che vi sia un’espansione in altri settori che possa compensare. Dobbiamo quindi essere noi ad assicurare questa espansione e lo dobbiamo fare subito”.
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“La risposta della politica economica al cambiamento climatico e alla pandemia dovrà essere una combinazione di politiche strutturali che facilitino l’innovazione, di politiche finanziarie che facilitino l’accesso delle imprese capaci di crescere al capitale e al credito e di politiche monetarie e fiscali espansive che agevolino gli investimenti e creino domanda per le nuove attività sostenibili che sono state create. Vogliamo lasciare un buon pianeta, non solo una buona moneta.”