L’Energy Review globale prevede che la domanda globale di energia diminuirà del 6% nel 2020
(Rinnovabili.it) – La pandemia di Covid-19 ha determinato un declino senza precedenti nella domanda globale di energia. Le misure di blocco, applicate per arginare la crisi sanitaria, hanno provocato il più grande impatto sul settore energetico degli ultimi sette decenni. Gli effetti sono stati (e sono ancora) così intensi da far impallidire persino la crisi finanziaria del 2008.
Per quantificare questi effetti, l’International Energy Agency (IEA) ha pubblicato ieri un nuovo rapporto, tracciando i trend a breve termine. Il suo Global Energy Review (testo in inglese) prevede un calo del 6% della domanda globale di energia nel 2020, accompagnato un taglio record delle emissioni dell’8%. In altri termini, sarebbe come aver perso l’intero fabbisogno dell’India.
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“Si tratta di uno shock storico per l’intero mondo dell’energia”, afferma Fatih Birol, direttore esecutivo della IEA. “È ancora troppo presto per determinare gli impatti a lungo termine, ma l’industria che sopravviverà a questa crisi sarà significativamente diversa da quella precedente”. Nel complesso il rapporto stima che le economie avanzate registreranno i maggiori cali, con un significativo meno 9% negli Stati Uniti e meno 11% nell’Unione europea.
L’impatto sulla domanda globale di energia dipende fortemente dalla durata e dalla severità delle misure di lockdown. Ad esempio, l’Agenzia ha scoperto che ogni mese di blocco, agli stessi livelli di aprile, può ridurre i consumi di circa l’1,5%.
Cala la domanda elettrica, ma le energie rinnovabili continuano a crescere
In questa percorso in discesa, alcuni settori ne risentiranno più di altri. “Tra la crisi sanitaria e quella economica, il calo della domanda per quasi tutti i principali carburanti è sconcertante, soprattutto per carbone, petrolio e gas. Solo le energie rinnovabili stanno resistendo”.
Le restrizioni applicate livello mondiale e i minori consumi stanno guidando un importante spostamento verso fonti di elettricità a basse emissioni di carbonio. Le energie rinnovabili – scrive la IEA – sono destinate a essere l’unica fonte di energia che crescerà nel 2020, nonostante le interruzioni della catena di approvvigionamento. I bassi costi operativi e l’accesso prioritario alle reti permetteranno a fotovoltaico ed eolico di aumentare la quota di produzione rinnovabile globale del 5%.
Dopo aver superato il carbone per la prima volta nel 2019, l’energia low carbon estenderà il suo vantaggio raggiungendo il 40% della produzione globale di elettricità, con 6 punti percentuali in più rispetto al carbone. Questa crescita sta influenzando la domanda elettrica da carbone e gas naturale, la cui quota nel mix è destinata a scendere di 3 punti percentuali.
“Questa crisi ha sottolineato la profonda dipendenza delle società moderne da forniture elettriche affidabili per supportare i sistemi sanitari, le imprese e le strutture di base della vita quotidiana”, ha aggiunto Birol. “Ma nessuno dovrebbe dare nulla di tutto ciò per scontato: sono necessari maggiori investimenti e politiche più intelligenti per mantenere sicure le forniture di elettricità“.
Al di fuori del settore elettrico, alle rinnovabili va meno bene. Al pari degli altri carburanti, anche la domanda globale di biofuel diminuirà sostanzialmente nel 2020. Tuttavia il calo dei combustibili (soprattutto carbone e petrolio) taglierà le emissioni di CO2 del settore energetico di quasi l’8% nel 2020: si tratta del livello più basso dal 2010.
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