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Cala la domanda di petrolio per il coronavirus, Opec Plus prepara le forbici

L'Arabia Saudita spinge per nuovo e sostanzioso taglio collettivo nella produzione di greggio ma la Russia tentenna. Nuovo vertice il prossimo 5 marzo

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Riad sarebbe pronta a chiedere un taglio di un milione di barili al giorno per contrastare il calo della domanda di petrolio

(Rinnovabili.it) – Gli effetti dell’epidemia di coronavirus sull’economia cinese non si sono fatti attendere. Il blocco della produzione ha portato ad un drastico calo delle emissioni climalteranti e inquinanti, e allo stesso tempo ha dato una brutta scossa alla domanda di petrolio nazionale: un meno 20%, secondo i dati di Bloomegberg, che non può passare inosservato sul mercato mondiale. Il gigante asiatico, infatti non è solo il secondo consumatore, dopo gli Usa, ma è anche il primo importatore su scala globale.

E le conseguenze sono già tangibili. I prezzi del greggio sono oggi ai minimi. Il Brent ha perso oltre il 3%, scendendo a 54,72 dollari al barile, per la prima volta in oltre un anno, mentre il Wti ha registrato un calo del 2,37%, a 50,31 dollari. Alle preoccupazioni sull’economia cinese si aggiungono quelle per i possibili blocchi sugli altri mercai asiatici ed europei.

 

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Ecco perché l’Arabia Saudita sta spingendo oggi per accordarsi su un ulteriore taglio nell’offerta di petrolio, quando l’Opec e i suoi alleati si incontreranno la prossima settimana. “Ulteriore” perché, all’inizio di febbraio, un vertice tecnico dell’Opec Plus aveva già raccomandato di ridurre la produzione di 600.000 barili al giorno per aiutare a bilanciare il mercato. Ciò, tuttavia, avveniva in un momento in cui l’epidemia di coronavirus era ancora apparentemente concentrata per lo più in Cina. Il rapido evolversi della situazione e la difficoltà, in questo momento, di elaborare previsioni attendibili, hanno portato i grandi petrolieri ad un nuovo incontro, in programma il prossimo 5-6 marzo.

 

Secondo le indiscrezioni riportate dal Finacial Times, Riad sarebbe pronta a chiedere un taglio di un milione di barili al giorno, facendosi carico della maggior parte della riduzione e lasciando il resto a Kuwait, Emirati Arabi Uniti e Russia. Al momento però non esiste nessun accordo formale e Mosca sembra abbastanza riluttante dal metter mano alla produzione.  Attraverso il suo ministro all’energia Alexander Novak, il governo russo ha fatto sapere di essere pronto a “cooperare ulteriormente nel contesto delle relazioni multilaterali dell’Opec” ma anche di aver “bisogno di più tempo per vedere come si evolve la situazione e che impatto avrà sul mercato petrolifero globale”.

“Stiamo esaminando la raccomandazione formulata dal comitato tecnico (congiunto)”, ha detto Novak ai giornalisti, aggiungendo che la Russia non aveva ancora ricevuto alcuna proposta per incrementare i tagli di 1 milione di barili al giorno.

 

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