Pubblicato il Energy Outlook di BP per il 2020
(Rinnovabili.it) – La domanda di petrolio non tornerà ai suoi precedenti fasti. La crisi del Covid-19 potrebbe aver lasciato sull’economia mondiale alcuni “effetti cicatriziali” di cui l’oro nero non riuscirà a liberarsi. A sostenerlo è BP, il colosso petrolifero da 280 miliardi di dollari, che nel suo Energy Outlook 2020 esplora le forze che modelleranno il sistema energetico globale verso il 2050.
Il documento predice il consumo e l’offerta delle fonti energetiche primari rispetto a tre scenari: Rapid, Net zero, Business as usual. E stima per la domanda di petrolio un picco ormai raggiunto e superato. Il colosso energetico ritiene infatti che il greggio non si riprenderà mai completamente dall’impatto della pandemia sull’economia mondiale e che sarà sostituito gradualmente dall’elettricità pulita proveniente da parchi eolici, pannelli solari e centrali idroelettriche.
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Per il settore si tratta di una prima volta storica. Sebbene la quota di combustibili si sia ridotta in passato come percentuale della torta energetica totale, il loro consumo non si è mai contratto in termini assoluti. Come ha spiegato ai giornalisti, Spencer Dale, capo economista della BP “(La transizione energetica) sarebbe un evento senza precedenti. Mai nella storia moderna la domanda di carburante scambiato è diminuita in termini assoluti”. Allo stesso tempo, “la quota di energia rinnovabile cresce più rapidamente di qualsiasi carburante mai visto nella storia”.
I tre scenari dell’Energy Outlook 2020
- Rapid postula una serie di misure politiche, guidate da un aumento significativo dei prezzi del carbonio e supportate da misure settoriali più mirate, che causano una riduzione delle emissioni di carbonio in ambito energetico di circa il 70% entro il 2050.
- Net Zero presuppone che le misure politiche incorporate in Rapid siano rafforzate da cambiamenti significativi nel comportamento e nelle abitudini della società, che accelerano ulteriormente la riduzione delle emissioni di carbonio. In questo caso il taglio sarebbe di oltre il 95% entro il 2050.
- Business-as-usual (BAU) parte invece dal presupposto che le politiche, le tecnologie e le preferenze sociali del governo continuino ad evolversi in un modo e con la velocità simili a quelli del recente passato. In questo scenario entro il 2050 si avrebbero emissioni inferiori solo del 10% rispetto ai livelli 2018.
Domanda e offerta di fonti energetiche primarie
La crescita dell’energia primaria nell’Outlook è dominata dalle rinnovabili. Escludendo l’idroelettrico, il documento stima che le green energy cresceranno di oltre 10 volte sia in Rapid che Net Zero, aumentando la quota di energia primari fornita al mondo dal 5% del 2018 a oltre il 40% entro il 2050 in Rapid e quasi il 60% in Net Zero. La crescita sarà meno pronunciata nel BAU, ma comunque consistente.
La rinnovata importanza delle energie rinnovabili va a discapito degli idrocarburi la cui quota di energia primaria scende da quasi l’85% nel 2018 a circa il 40% entro il 2050 nel Rapid e al 20% nel Net Zero. Tra questi combustibili, il gas naturale ha le prospettive più durevoli. Nello scenario Rapid riuscirà a mantenere il suo livello invariato fino a metà secolo, mentre nel BAU crescerà del 35%. Il consumo di gas naturale diminuisce solo nello scenario Net zero di circa il 40%.
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Il livello della domanda di petrolio sia nel Rapid che nel Net Zero non si riprende completamente dal forte calo causato dal Covid-19, con una domanda tagliata del 50% entro il 2050 nel Rapid e quasi dell’80% nel Net Zero. Le prospettive per il petrolio sono più resilienti in BAU. Il consumo di carbone, invece, diminuisce in modo significativo in tutti e tre gli scenari, in particolare in Rapid e Net Zero in cui scende di ben oltre l’80% entro il 2050.