La bozza del provvedimento arriva dopo l’approvazione del Parlamento del Recovery, e servirà essenzialmente a velocizzare e snellire i procedimenti per l’attuazione degli interventi. Chiesto a gran voce dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, sarà approvato entro maggio, e prevede l’estensione del superbonus oltre a ‘regole più umane’, la nascita degli Uffici speciali anti-dissesto idrogeologici, e il passaggio dei Forestali al nuovo ministero
di Tommaso Tetro
(Rinnovabili.it) – Il DL Semplificazioni, chiesto a gran voce dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, è già a Palazzo Chigi con tanto di lettera di accompagnamento del ministro tecnico del governo Draghi. Sarà approvato entro maggio. Il provvedimento arriva subito il via libero del Parlamento al Recovery plan e con esso si interseca, soprattutto per la fase di realizzazione degli interventi contenuti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Dl Semplificazioni, il capitolo del superbonus 110%
Dalle informazioni che trapelano uno dei temi centrali è il superbonus al 110%. “Al fine di promuovere concretamente la realizzazione di interventi di riqualificazione energetica – si legge nella bozza di decreto – si propone, in primo luogo, di prorogare il regime di agevolazione, dal 30 giugno 2022, al 31 dicembre 2023”. Inoltre è prevista l’estensione dell’ambito di “applicazione delle disposizioni contenute nei commi da 1 a 8 anche agli interventi effettuati su immobili con classe catastale D/2”, e cioè ad alberghi e pensioni.
Non solo estensione della platea dei beneficiari però; c’è anche il tema della burocrazia: per evitare che l’accesso al superbonus venga impedito da “onerose questioni burocratiche” vengono proposte una serie di iniziative per semplificare le procedure. Tra queste, l’aggiunta di “un nuovo comma (13-quater) all’articolo 119”, per “disciplinare un procedimento per l’ammissione all’agevolazione di interventi su immobili in relazione ai quali siano rimaste inesitate domande di condono edilizio”; a questo proposito viene ricordato che il condono edilizio è necessario per l’asseverazione di “stato legittimo” dell’immobile e quindi per l’accesso al superbonus.
Sul nodo della proroga Cingolani ha detto di essere d’accordo anche perché “in un anno mezzo non si riesce ad arrivare in fondo”. Ed è stato chiaro anche sulla partita delle regole, dal momento che “bisogna evitare di scoraggiare le persone”: servono insomma delle “regole che siano umane”. Il superbonus – ha spiegato il ministro della Transizione ecologica – ha tre direttrici: tecnica legata “al risparmio e all’efficienza energetica per tagliare le emissioni di gas serra”, politica perché è “un’opportunità di riavvio dopo un periodo molto difficile per le imprese”, e burocratica che però rappresenta una parte “molto lunga del processo e spesso scoraggia”.
Nella bozza di decreto ci si spinge anche sul versante riscaldamento: “in considerazione della circostanza che, nel nostro Paese, molte abitazioni risultano prive di impianti termici fissi, si intende proporre, ai fini dell’ammissione all’agevolazione, la seguente definizione di impianto termico: ‘per impianto termico si intende qualsiasi apparecchio, anche non fisso, finalizzato alla climatizzazione invernale degli ambienti”.
Attenzione gli interventi anti-dissesto idrogeologico e alla tutela del suolo
Si passa poi a offrire una spinta per la velocizzazione degli interventi della lotta al dissesto del suolo: la prevenzione, la mitigazione e il contrasto del rischio idrogeologico – si afferma nel testo del provvedimento – costituiscono interventi di preminente interesse nazionale. Tradotto significa la preparazione di un pacchetto di norme che aiuti alla definizione degli interventi per la difesa del suolo intesi come “priorità strategica”. Tanto che tra i punti fondamentali è prevista l’individuazione degli investimenti pubblici per la difesa del suolo come prioritari rispetto all’ordinaria gestione delle pubbliche amministrazioni coinvolte; due le linee da seguire: da un lato la tutela della vita umana e dei beni, dall’altro le esigenze di proseguire con velocità per l’attuazione del Pnrr.
Sono anche previste “misure urgenti in materia di espropri”, tra cui anche “la riduzione di alcune tempistiche” e “alcune semplificazioni”, se gli interventi sono finalizzati all’eliminazione o alla mitigazione dei rischi derivanti dal dissesto idrogeologico sul territorio nazionale, “a tutela del supremo obiettivo di salvaguardia della vita umana”. Questa – viene riferito – è “una modalità necessaria per snellire le procedure per la realizzazione degli interventi di contrasto al dissesto idrogeologico” ma rispettando “un punto di equilibrio tra la salvaguardia della vita umana e la normativa vigente in materia di espropri”, pur mantenendo “tutte le salvaguardie minime a tutela degli interessi costituzionalmente garantiti”.
Come ulteriore misura arrivano anche gli ‘Uffici speciali’ anti-dissesto idrogeologico che, si legge nella bozza, saranno “a supporto delle attività per la spedita implementazione degli interventi per il contrasto al dissesto idrogeologico finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza”; saranno “a valere su ogni altra risorsa finanziaria nazionale o europea sino all’esercizio finanziario 2026, presso ogni commissario”.
Tra gli altri elementi che emergono dalla bozza del DL Semplificazioni, c’è anche il passaggio dei Carabinieri Forestali al ministero della Transizione ecologica da quello delle Politiche agricole; così da allineare fisicamente oltre che istituzionalmente “la nuova denominazione del Comando Carabinieri per la tutela ambientale e la transizione ecologica”, introdotto dal decreto sulla riorganizzazione dei ministeri.
Il ministro Cingolani ha poi ribadito l’obiettivo del 72% di rinnovabili entro 10 anni. E per il fatto che il restante 28% sarà affidato al gas che pur essendo un combustibile fossile emette “molta meno CO2 rispetto al carbone” e che “darà stabilità alla rete elettrica”. Ma per Cingolani quello che non possiamo proprio perdere è “il treno dell’idrogeno” a cui saranno destinati 3,4 miliardi del Recovery per la ricerca.