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DL Energia, salta la tassa sulle rinnovabili

Confermato invece il fondo per la transizione energetica delle Regioni finanziato con i proventi delle aste ETS

tassa sulle rinnovabili
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Prosegue l’iter alla Camera del Decreto-Legge 9 dicembre 2023, n. 181

(Rinnovabili.it) – Addio al comma 2 del quarto articolo del DL Energia, il contestato passaggio che introduceva una tassa sulle rinnovabili in Italia. Nel percorso alla Camera per la conversione in legge, la norma è stata soppressa facendo tirare un sospiro di sollievo al settore e non solo. E a sbianchettare il testo è stato un emendamento, o meglio, una serie di emendamenti identici riformulati, presentati sia dall’opposizione che dalla stessa maggioranza.

La tassa sulle rinnovabili 

Ma cosa prevedeva la versione originale varata dal Governo Meloni? E perché era stata accolta tanto ostilmente? L’articolo numero 4 del decreto crea un fondo da 200 milioni di euro per incentivare le Regioni ad ospitare sul proprio territorio impianti rinnovabili. Fondo sostenuto in parte dagli stessi sviluppatori di impianti. Il comma 2 – oggi abolito – disponeva, infatti, che i titolari di sistemi produttivi alimentati a FER, con una potenza superiore a 20 kW e un titolo per la costruzione ottenuto tra il 1° gennaio 2024 e il 31 dicembre 2030, pagassero per i primi tre anni un contributo annuale di 10 euro/kW installato.

Una “batosta” non necessaria in momento in cui l’Italia deve trovare le forze per accelerare il suo percorso di decabornizzazione. Come dimostrano i dati pubblicati recentemente da Terna, le energie rinnovabili 2023 nel Belpaese hanno mostrato performance da record, sia in termini di produzione che di nuova capacità installata. Nonostante ciò il risultato non è ancora in linea con gli obiettivi promessi dallo stesso Governo nel PNIEC.

Rimane il fondo per le Regioni

La volontà, condivisa tra una parte del centrodestra e l’opposizione, di eliminare della tassa sulle rinnovabili regala un po’ di ottimismo. “Grazie all’impegno della Lega stop al contributo annuo di 10 euro per chilowatt a carico delle produzioni di energia elettrica da fonti rinnovabili con una potenza superiore a 20 kW”, hanno fatto sapere in una nota i deputati del Carroccio, Giorgia Andreuzza, Andrea Barabotti, Salvatore di Mattina, Alberto Gusmeroli e Luca Toccalini (commissione Attività produttive). “Viene creato inoltre un fondo per le Regioni, finanziato con parte delle somme ottenibili dalle aste delle quote di emissione di anidride carbonica, volto alla digitalizzazione, decarbonizzazione e accelerazione degli iter burocratici”. 

“Ci hanno provato in tutti i modi a ostacolare la diffusione delle energie rinnovabili, ma alla fine è passata la linea del Movimento 5 Stelle”, hanno dichiarato i deputati M5S Emma Pavanelli, Chiara Appendino, Enrico Cappelletti (commissione Attività Produttive). “Con il nostro emendamento abbiamo invece proposto di mantenere l’istituzione del fondo ad hoc alimentato però anche dalla tassazione degli extraprofitti degli impianti che producono energia da fonti fossili. Questo significa puntare su uno sviluppo sostenibile, non come inizialmente proponeva l’esecutivo”.