Rinnovabili

DdL Aree Idonee Sardegna, presentati circa mille emendamenti

DL Aree Idonee Sardegna, presentati circa mille emendamenti
Foto di Eszter Miller da Pixabay

DL Aree Idonee Sardegna, la Giunta stringe i paletti

Non è stato facile, al netto del risultato, il percorso che ha portato alla definizione del nuovo Decreto Ministeriale Aree Idonee per le rinnovabili, e non promette semplicità neppure il DL Aree Idonee della Sardegna. La Regione è stata la prima in Italia a mettere mano alla sua legislazione (come richiesto dal Decreto) sia per motivi pratici – vista la moratoria sui nuovi impianti – sia per “chiarezza di vedute”. Le stesse alla base dei mesi di pressing in Conferenza Unificata per dare alle amministrazioni regionali l’ultima parola sul tema.

Una parola che oggi preoccupa molto il settore delle FER italiane.

DL 45, gli elementi che preoccupano il settore delle rinnovabili

Allo stato attuale lo schema di provvedimento oltre a definire una serie di rigidi paletti, taglia la questione autorizzativa con l’accetta. Si legge nel testo:

“Il divieto di realizzazione si applica anche agli impianti FER la cui procedura autorizzativa è in corso al momento dell’entrata in vigore della presente legge [….] I provvedimenti autorizzatori già emanati, aventi ad oggetto gli impianti ricadenti nelle aree non idonee, sono privi di efficacia. Sono fatti salvi i provvedimenti aventi ad oggetto impianti che hanno già comportato una modificazione irreversibile dello stato dei luoghi”.

Preoccupa anche l’obbligo per il soggetto titolare dell’impianto di presentare una polizza fideiussoria prima del rilascio del provvedimento autorizzativo. Polizza che dovrà essere pari al doppio del valore dell’impianto. Si legge nel Disegno di legge n. 45 (Misure urgenti per l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all’installazione e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile, e per la semplificazione dei procedimenti autorizzativi):

“La medesima polizza fideiussoria è rilasciata a garanzia della corretta dismissione dell’impianto e contestuale ripristino dei luoghi. Ogni tre anni l’importo posto a garanzia della dismissione e ripristino è aggiornato secondo la variazione dei prezzi presenti nel relativo progetto di dismissione e smaltimento. Il costo di dismissione e ripristino, come risultante dal piano economico e finanziario, è versato annualmente su un conto vincolato della Regione Sardegna”.

Aree Idonee Sardegna, il parere del Ministro Pichetto

Questa “rigidità” per ora non sembra incontrare il benestare del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, secondo cui “porre dei vincoli ideologicamente alle rinnovabili sul 99% del territorio rende tutto molto più difficile”.

“Stiamo attenti nel porre determinati vincoli”, ha dichiarato il ministro in questi giorni “[…] In Sardegna vedo un’anomalia perché fa questo tipo di scelte nel momento in cui è l’unica realtà che non si è ancora data una soluzione (per volontà loro) né sul carbone né sul gas. Hanno ancora le centrali a carbone e non hanno un piano gas”. 

DL Arre Idonee Sardegna, il maxi emendamento della Giunta

Nel frattempo il DL ha iniziato il suo percorso in Consiglio Regionale dove ha raccolto poco meno di mille emendamenti. Ma su tutti svetta il maxiemendamento presentato dalla giunta Todde quasi allo scadere della consegna. Il contenuto? A sentire l’assessore regionale all’industria Emanuele Cani, si tratta di modifiche di “perfezionamento” e chiarimento che, in alcuni casi hanno reso il testo “anche più ristrettivo”.

Nel dettaglio il correttivo ha riportato a 7 km la distanza tra impianti rinnovabili e siti tutelati. Distanza che nella bozza consegnata risultava essere di 2 km. “L’altro aspetto che è stato definito – ha spiegato Cani – è la questione delle fideiussioni, quindi a tutela dei luoghi dove saranno realizzati gli impianti”.

Si è anche chiuso il ciclo di audizioni in commissione Quarta e Quinta, dove sono emerse diverse richieste di modifica. Il presidente di Confindustria Sardegna, Maurizio De Pascale, ha chiesto ad esempio di riconsiderare il DL affinché:

“le aree idonee individuate ex lege dall’articolo 20 del D.lgs. n. 199/2021 di attuazione della Direttiva (UE) 2018/2001 (“Direttiva RED II”) continuino ad essere considerate dal DDL aree idonee; le nuove disposizioni regionali non si applichino ai progetti per i quali sia stata avviata almeno una delle procedure amministrative necessarie ad ottenere l’autorizzazione a realizzare l’impianto (in coerenza con quanto fatto dal Governo con l’art. 5 del DL Agricoltura). In ogni caso, dovranno essere fatti salvi tutti i progetti, già in corso di autorizzazione, che dal 2021 ad oggi sono stati localizzati nelle aree idonee ex lege (art. 20 d.lgs. 199/2021). Non siano ritenuti inammissibili i progetti di revamping e repowering relativi agli impianti realizzati in data antecedente all’approvazione del DDL che, nelle aree non idonee, prevedano aumenti di superficie occupata ovvero, in caso di eolico, d’altezza degli aerogeneratori”. 

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