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Brasile: la distruzione della Foresta Amazzonica danneggia l’immagine del paese

Distruzione della Foresta Amazzonica
Credits: Basil Smith da Pixabay

Il vicepresidente brasiliano Mourao fa un mea culpa sulla distruzione della Foresta Amazzonica

(Rinnovabili.it) – Il vicepresidente brasiliano, Hamilton Mourao, questa settimana ha riconosciuto il forte ritardo del governo nel combattere la distruzione della Foresta Amazzonica, riconoscendo come sia altamente improbabile che, nel corso del 2020, la situazione possa migliorare significativamente.

Secondo molti osservatori e ricercatori, la pratica di deforestazione della foresta pluviale brasiliana è cresciuta in modo notevole a causa delle politiche economiche ed ambientali del governo Bolsonaro, che hanno incoraggiato il disboscamento illegale e le speculazioni sulle riserve. 

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Le osservazioni di Mourao sono state rilasciate in risposta ai dati preliminari pubblicati venerdì scorso dall’Agenzia di ricerca spaziale governativa INPE, che hanno mostrato un ulteriore aumento del 25% della distruzione della Foresta Amazzonica nel corso dei primi sei mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019.

A maggio di quest’anno, la reazione di Bolsonaro è stata quella di schierare l’esercito e, quindi, militarizzare le politiche ambientali. Tuttavia, secondo Mourao, questa scelta è stata presa troppo tardi. A detta del vicepresidente del Brasile, la presenza dei militari “potrà solo garantire un miglioramento della situazione in relazione agli incendi, ma non per la deforestazione”.

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Il processo di distruzione della Foresta Amazzonica ha inizio, generalmente, con il taglio della legna e la combustione di ciò che rimane, al fine di “liberare” suolo per il pascolo del bestiame e mettere la terra a profitto.  In questo modo, la foresta diventa più suscettibile agli incendi durante la stagione secca.

Questo drammatico circolo vizioso ha fatto in modo che, nel solo 2020, circa 3.069 km2 di foresta pluviale siano stati colpiti dalla pratica di deforestazione, di cui 1.034 distrutti nel solo mese di giugno, con un aumento di quasi l’11%. Per questa ragione, nei giorni scorsi il vicepresidente brasiliano ha incontrato alcuni dei più importanti stakeholder economici del paese, che hanno espresso preoccupazione per una politica che sta danneggiando l’immagine internazionale del Brasile.

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