Sentenza della Corte suprema giapponese su 3 class action contro Tepco, l’azienda che gestisce la centrale nucleare di Dai-chi. Dovrà risarcire con 12 milioni di dollari per non aver implementato le misure di sicurezza necessarie per prevenire danni alla centrale di quella entità
Il disastro di Fukushima causò 470mila sfollati
(Rinnovabili.it) – Sono solo 380.000 yen a famiglia, poco meno di 3.300 dollari. Ma continuano la lunga striscia di risarcimenti legati al disastro di Fukushima. Venerdì 4 marzo, la Corte suprema giapponese ha condannato la Tepco, l’azienda che gestisce l’impianto di Dai-chi, a pagare un rimborso a 3.700 persone la cui vita è stata stravolta dall’incidente nucleare.
Quali sono le motivazioni della sentenza? Il tribunale ha respinto un ricorso di Tepco e ha decretato che l’azienda è colpevole di non aver implementato le misure di sicurezza necessarie per prevenire danni alla centrale nucleare dopo uno tsunami di quella potenza. L’11 marzo del 2011, un sisma di magnitudo 9 si verificò a 30 km di profondità al largo della costa settentrionale del Giappone. La scossa causò un violentissimo tsunami con onde di altezza stimata anche di 10 metri. Fu proprio lo tsunami a provocare il maggior numero di vittime (ufficialmente oltre 15mila, oltre a quasi 5mila dispersi) e dei danni. Incluso il disastro di Fukushima che portò alla fusione del nocciolo in 3 reattori dell’impianto di Dai-chi.
Leggi anche Fukushima: sentenza storica, il governo è colpevole del disastro
Nell’immediatezza dell’evento, le autorità giapponesi coordinarono l’esodo di circa 470mila persone. Negli anni il Giappone ha monitorato i livelli di radioattività, dichiarando molte delle aree inizialmente interessate dal disastro di Fukushima nuovamente sicure per la vita umana. Nel 2021, circa 36mila persone erano ancora sfollati e impossibilitati a far ritorno alle loro case.
La sentenza riguarda 3 class action delle oltre 30 ancora in corso a 11 anni dall’evento, per un totale di 1,4 miliardi di yen di risarcimenti (circa 12 milioni di dollari). Non è la prima volta che la giustizia giapponese condanna la Tepco per il disastro di Fukushima. Nel 2018 un tribunale di Tokyo obbligò l’azienda a risarcire con 1,1 miliardi di yen i 321 cittadini che le avevano fatto causa. La sentenza riconosceva la società responsabile dell’incidente per esser stata a conoscenza, ma aver comunque ignorato, i rischi legati a possibili disastri naturali. L’anno prima un’altra sentenza aveva condannato il governo per non aver monitorato le misure di sicurezza messe in campo da Tepco.
Leggi anche Nucleare: problemi al muro di ghiaccio di Fukushima che contiene l’acqua radioattiva