La Direttiva sulle emissioni industriali promette anche più trasparenza
(Rinnovabili.it) – Un numero maggiore di grandi allevamenti, di attività estrattive e le gigafactory per la produzione di batterie dovranno rispettare limiti sulle emissioni. Introdotti nuovi principi per l’autorizzazione e la verifica dei valori emissivi dei grandi impianti industriali. E più trasparenza: pronto un portale online da cui ogni cittadino potrà consultare i dati sulle attività inquinanti di tutta Europa. Sono i tre aspetti principali della proposta di revisione della Direttiva sulle emissioni industriali (IED), presentata ieri dalla Commissione.
Negli ultimi 15 anni la Direttiva sulle emissioni industriali ha contribuito ad abbattere il rilascio di molti agenti inquinanti del 40-75%. Ad esempio, i metalli pesanti nelle acque sono calati del 50%. Lo ha fatto regolando più di 50mila installazioni industriali, di cui 20mila allevamenti di pollame e maiali di grandi dimensioni. Nonostante le riduzioni, questi complessi sono ancora responsabili di una quota importante delle emissioni europee: il 40% dei gas serra, più della metà di quelle di SOx e dei metalli pesanti, e circa il 30% dei NOx e delle polveri sottili (PM10).
Più impianti coperti
Con il rafforzamento dei criteri, la nuova Direttiva sulle emissioni industriali coprirà gradualmente anche gli allevamenti di bovini con oltre 150 capi, arrivando a regolare il 13% degli stabilimenti europei (da cui arriva il 60% dell’ammoniaca e il 43% del metano del settore). Il sistema di regole sarà differenziato a seconda della dimensione dello stabilimento e della densità di animali.
La IED si allarga poi all’industria mineraria e alle gigafactory in previsione del boom di queste attività nei prossimi anni e decenni per supportare la transizione energetica. La Direttiva richiede l’impiego delle migliori tecniche disponibili per garantire sia i processi di produzione più efficienti che il minor impatto possibile sull’ambiente e sulla salute umana.
Come cambia la Direttiva sulle emissioni industriali
Oltre all’ambito di applicazione, la Direttiva sulle emissioni industriali cambia anche molti dei parametri di base. Resta il criterio della Best Available Techniques (BAT) nel procedimento autorizzativo, con cui gli impianti devono dimostrare di adottare le tecnologie migliori presenti sul mercato per minimizzare le emissioni e il rilascio di inquinanti nell’ambiente. Ma sarà rafforzato, principalmente obbligando i Ventisette a richiedere limiti emissivi più stringenti del minimo legale, sia per le nuove autorizzazioni che per i rinnovi dei permessi.
Ci sarà poi un’attenzione maggiore verso l’uso efficiente e il riuso di energia, acqua e materia, e verrà promosso l’uso di sostanze chimiche a minor tossicità nei processi industriali. E ancora, si premierà l’adozione simultanea di tecnologie per abbattere l’inquinamento e per la decarbonizzazione, così da massimizzare l’impatto positivo su salute e ambiente.
Per gli impianti ad alto tenore di innovazione, le autorizzazioni non seguiranno il criterio BAT ma godranno di più flessibilità per testare tecnologie innovative. In questo processo, l’industria potrà contare su un Innovation Centre for Industrial Transformation and Emissions (INCITE) che supporterà l’individuazione di soluzioni per abbattere l’inquinamento. Entro il 2030-2034, tutti gli operatori interessati dalla IED dovranno adottare dei piani di transizione che garantiscono gli obiettivi UE al 2050 in materia di inquinamento zero, economia circolare e decarbonizzazione.
Da ultimo, la revisione della Direttiva sulle emissioni industriali garantisce più trasparenza. Accesso all’informazione reso più semplice e immediato, anche tramite un portale online. Lo European Pollutant Release and Transfer Register cambierà nome (EU Industrial Emissions Portal) e usabilità: permetterà di accedere ai dati sui permessi rilasciati ovunque in Europa e di ottenere informazioni sulle attività inquinanti nelle loro immediate vicinanze in modo semplice.