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Direttiva Rinnovabili, il passo indietro di Bruxelles in favore dell’idrogeno nucleare

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Il COREPER approva l’accordo sulla Direttiva Rinnovabili

(Rinnovabili.it) – Sciolto l’ultimo nodo sulla revisione della Direttiva Rinnovabili 2030, anche nota come RED III. La Commissione europea ha dovuto fare un passo indietro rispetto alle sue posizioni iniziali per fare alcune concessioni alla compagnia dell’atomo guidata dalla Francia. Le piccole ma sensibili modifiche apportate alla bozza hanno fatto contenti i più, permettendo agli ambasciatori dell’UE di approvare l’accordo lo scorso venerdì 16 giugno. 

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 La questione riguarda direttamente gli articoli 22a e 22b della Direttiva Rinnovabili che come spiega l’Esecutivo in una nota potrebbe comporterà, in alcuni casi, “elevati costi di adattamento“. “È il caso di alcuni impianti di produzione di ammoniaca – scrive la Commissione nella sua dichiarazione – che richiedono investimenti significativi nel processo produttivo per sostituire l’utilizzo di idrogeno prodotto da steam reforming del metano“. Ecco perché Bruxelles spiega che nella sua valutazione “caso per caso” e “ove debitamente giustificato“, non terrà conto di eventuali impianti di ammoniaca esistenti non in linea con requisiti rinnovabili del provvedimento. La Commissione tende una mano alla Francia e al suo idrogeno nucleare, pur non citandolo mai direttamente. E inserisce nel testo dell’accordo della Direttiva Rinnovabili che “la necessaria ricostruzione di tali impianti richiederà sforzi importanti da parte degli Stati membri, a seconda delle loro specifiche circostanze nazionali e della struttura del loro approvvigionamento energetico”.

In riferimento neppure troppo velato al nucleare si coglie anche in un altro passaggio della dichiarazione che sottolinea come l’esecutivo UE riconosca che “altre fonti di energia senza combustibili fossili rispetto alle energie rinnovabili contribuiscono al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 per gli Stati membri che decidono di fare affidamento su tali fonti di energia”.

Una concessione che si traduce così nel testo di accordo della RED III: “Per conseguire l’obiettivo dell’Unione di diventare climaticamente neutra entro il 2050 e di decarbonizzare il settore industriale, gli Stati membri dovrebbero poter combinare l’uso di fonti energetiche non fossili e combustibili rinnovabili di origine non biologica nel contesto della loro specifiche circostanze nazionali e mix energetico. In tale contesto, gli Stati membri possono ridurre l’obiettivo per l’uso di combustibili rinnovabili di origine non biologica nel settore industriale, a condizione che consumino una quota limitata di idrogeno o dei suoi derivati prodotti da combustibili fossili e che siano sulla buona strada per raggiungere il livello previsto contributo nazionale”.

 Non è chiaro al momento se il Parlamento europeo ha approvato o meno queste modifiche all’accordo.

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