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Approvata dal Parlamento Europeo la Corporate Sustainability Due Diligence Directive

Direttiva CSDDD
Via Depositphotos

di Paolo Peroni e Kiara Leone, Rödl & Partner 

Il Parlamento Europeo ha approvato ieri in seduta plenaria, con 374 voti a favore, 235 contrari e 19 astenuti la Direttiva sugli obblighi di diligenza in materia di sostenibilità delle imprese nota come Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD). La norma, di cui è atteso l’endorsement finale del Consiglio, sarà pubblicata in Gazzetta nel corso delle prossime settimane. 

La Direttiva CSDDD in breve

La Corporate Sustainability Due Diligence Directive introduce dei doveri di diligenza in forza dei quali le imprese interessate saranno chiamate a valutare, prevenire, eliminare o quanto meno ridurre tutti gli impatti negativi effettivi e potenziali sui diritti umani e sull’ambiente nascenti dalle proprie attività e dalle attività delle proprie controllate e dei partner operanti nelle proprie catene di valore. La Direttiva CSDDD prevede altresì l’obbligo di adottare e attuare un piano di transizione industriale per la mitigazione dei cambiamenti climatici che miri a garantire la compatibilità del modello di business con la transizione verso un’economia sostenibile e con la limitazione del riscaldamento globale a 1,5° C.

Multe fino al 5% del fatturato netto mondiale e obblighi risarcitori per le imprese inadempienti

Per le imprese inadempienti, saranno previste multe fino al 5% del fatturato netto mondiale e sanzioni non pecuniarie dirette a rendere pubbliche le violazioni perpetrate. Le imprese inadempienti saranno altresì civilmente responsabili dei danni causati dalla violazione degli obblighi di due diligence e dovranno quindi risarcire i danni subiti dai diversi portatori di interesse.

Le azioni da intraprendere

Le imprese interessate saranno obbligatoriamente tenute a identificare e valutare gli impatti negativi effettivi o potenziali delle proprie attività e delle attività lungo l’intera catena del valore, stabilendo un ordine di priorità, prevenendo gli impatti potenziali, ponendo fine agli impatti negativi (o riducendone il più possibile la portata). Le società dovranno quindi elaborare e implementare soluzioni di rimedio a favore degli stakeholder interessati dagli impatti negativi, istituendo dei meccanismi di notifica e procedure di reclamo che consentano l’emersione e risoluzione di istanze di tutela e protezione da parte di tutti gli stakeholder potenzialmente impattati dall’attività di impresa. 

L’integrazione dei doveri di diligenza ESG nelle politiche aziendali e nei sistemi di gestione e controllo

La corporate governance dovrà essere ripensata e disegnata in chiave ESG: le imprese interessate dovranno recepire i doveri di diligenza di sostenibilità nei propri modelli organizzativi attraverso codici di condotta che descrivano le regole e i principi da seguire durante tutti i processi decisionali “sensibili”. Le imprese dovranno altresì implementare misure anche contrattuali specifiche per garantire l’osservanza dei doveri di diligenza anche da parte dei partner commerciali più significativi nell’ambito delle proprie catene di fornitura. 

Misure concrete contro il cambiamento climatico

Sotto il profilo ambientale, le imprese dovranno mettere in atto un piano di transizione per la mitigazione dei cambiamenti climatici in linea con la visione strategica della Commissione Europea per realizzare un’economia climaticamente neutra entro il 2050, orientando il proprio modello di business verso l’obiettivo di ridurre il riscaldamento globale a 1,5 °C. Il progetto di piano di transizione dovrà contenere gli obiettivi temporali relativi al cambiamento climatico per il 2030 e per il 2050; una descrizione delle leve di decarbonizzazione e azioni pianificate per raggiungere gli obiettivi; una descrizione e quantificazione degli investimenti e finanziamenti pianificati a sostegno dell’attuazione del piano; una descrizione del ruolo degli organi di amministrazione, gestione e vigilanza. 

A chi si applica la Direttiva CSDDD

A regime, saranno impattate dalla Direttiva CSDDD tutte le società appartenenti a gruppi aventi, nel complesso, oltre mille dipendenti e 450 milioni di fatturato. Ma la CSDDD produrrà effetti indiretti anche per tutte le società di minori dimensioni (comprese le PMI) presenti nelle catene di fornitura dei grandi gruppi industriali direttamente interessati dalla Direttiva. 

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