Condono per gli inquinatori, privatizzazione della borsa elettrica italiana, novità per il ritiro dedicato. Tra indiscrezioni e criticità ecco quello che ci si deve aspettare dal decreto Destinazione Italia
(Rinnovabili.it) – Riflettori puntati nuovamente su Destinazione Italia. Dopo i rumors che volevano la presentazione, a breve, di un emendamento per abbassare la soglia dello scambio sul posto, ecco arrivare altre preoccupanti indiscrezioni, sempre in tema energetico. A riportarle sono i deputati e i senatori M5S in Commissione Attività produttive che denunciano la preparazione di una modifica che ridurrebbe il raggio d’azione di Acquirente Unico, ovvero la Società per azioni del gruppo Gestore dei Servizi Energetici GSE S.p.A., cui è affidato per legge il ruolo di garante della fornitura di energia elettrica alle famiglie e alle piccole imprese all’interno del mercato tutelato.
Una misura preoccupante, dietro cui molti ravvedono il pressing delle grandi società elettriche, oggi alla strenua ricerca di maggiori profitti. Il provvedimento di modifica andrebbe anche a depotenziare il Sistema informativo integrato (Sii) istituito presso Acquirente Unico con la finalità di gestire i flussi informativi relativi ai mercati dell’energia elettrica e del gas. Il Sii è basato su una banca dati dei punti di prelievo e dei dati identificativi dei clienti finali (Registro Centrale Ufficiale) ed è oggi uno strumento chiave per favorire la concorrenza e la trasparenza del mercato.
Il Gruppo M5S attacca: “In più il blitz delle lobby darebbe la possibilità ai gruppi elettrici privati di prendere il controllo della Borsa elettrica italiana (Gme) con l’obiettivo, privatizzandola, di gestirla a proprio vantaggio sia dal punto di vista economico che dal punto di vista dello sviluppo di strategie a danno delle piccole aziende. Il loro interesse, infatti, è quello di modificare le regole attuali in modo da tagliare fuori le rinnovabili che da tempo hanno abbassato il costo dell’energia e allo scopo di rimettere in gioco le loro centrali ferme e obsolete, con ricadute pesanti sui prezzi dell’energia”.
CENTRALI A CARBONE E che le green energy siano state messe in secondo piano lo si capisce anche leggendo l’ultima versione del Decreto Destinazione Italia che all’articolo 1, commi 11 e 14, riapre le porte le porte alla realizzazione di una nuova centrale termoelettrica a carbone da realizzare nel Sulcis Iglesiente, i cui oneri – parliamo di ben 60 milioni di euro per 20 anni – saranno a carico del sistema elettrico italiano. Inoltre come ricorda oggi in una nota stampa Legambiente ai commi 7 e 8 è soppresso l’obbligo di allegare l’attestato di prestazione energetica negli affitti e nei trasferimenti a titolo gratuito, introdotto dalle Direttive Europee con lo scopo d’aiutare le famiglie a conoscere lo stato di salute energetico aumentando la consapevolezza sul risparmio dell’energia.
BONIFICA SITI INQUINATI L’associazione punta anche il dito sul tema delle bonifiche dei siti contaminati, argomento centrale dell’articolo 4 del decreto e che prevede gli inquinatori firmino una transazione con i ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico, esentandoli da ogni altro obbligo di bonifica sul sito dall’inquinamento non previsto dall’accordo siglato. “Il governo deve avere il coraggio di dire che ‘Chi inquina paga’ ma senza esagerare, fino a un certo punto, mentre quello che resta lo pagano i cittadini, dichiara il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza.
PREZZI MINIMI GARANTITI E “SPALMA INCENTIVI” Non tutte le novità sembrano però essere negative: sono stati infatti approvati ieri commissioni riunite VI e X della Camera dei Deputati due emendamenti al comma 2 dell’articolo 1 che esentano gli impianti gli impianti fotovoltaici fino a 100 kW e gli impianti idroelettrici fino a 500 kW dalla cancellazione dei Prezzi Minimi Garantiti, ovvero i prezzi stabiliti dall’AEEG a cui il GSE acquista l’energia prodotta e non immediatamente consumata in rete. Novità anche sul cosiddetto ‘Spalma Incentivi‘, vale a dire la rimodulazione volontaria dell’entità dell’erogazione degli incentivi alle rinnovabili a fronte di un prolungamento del periodo incentivante. In tal senso l’emendamento approvato alla Camera prevede un periodo residuo di incentivazione, al di sotto del quale non si applica l’esclusione, per gli operatori che non accettano la rimodulazione, dagli incentivi in caso di interventi quali i potenziamenti o i rifacimenti.