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Destinazione Italia diventa legge, ecco le novità

Destinazione Italia diventa legge, ecco le novità

 

(Rinnovabili.it) – Il decreto Destinazione Italia diventa legge. Il provvedimento ha infatti ricevuto il via libera ieri dall’assemblea del Senato con 121 voti favorevoli e 91 contrari. Tra i contenuti, illustrati in aula sen. Olivero (PI) e sen. Camilla Fabbri (PD), molte sono norme che vanno incontro soprattutto alle piccole e medie imprese e alle famiglie se si escludono però gli sconti sull’Rc Auto bocciati durante il passaggio alla Camera. Le nuove misure non accontentano tutti, sebbene come evidenziato dal Sottosegretario di Stato allo sviluppo economico De Vincenti, il Governo abbia cercato di imprimere come filo conduttore del decreto “un intervento sui fattori di contesto e sui fattori di competitività dell’attività imprenditoriale, atto ad agevolare la ripresa e a rendere più robusta l’economia del Paese”.

 

E se secondo la Lega Nord quello che manca al provvedimento è un vero piano di rilancio industriale, il Movimento 5 Stelle punta invece il dito sulle norme sulla bonifica dei siti inquinati, “che indeboliscono la tutela ambientale”, e su quelle che finanziano la produzione di carbone e ridefiniscono gli incentivi a scapito delle fonti rinnovabili. Una criticità evidenziata anche Sinistra Ecologia e Libertà che valuta negativamente il regresso rispetto alla promozione delle fonti pulite e rinnovabili, la mancata previsione dell’obbligo di riparazione dei danni nei siti inquinati, il carattere irrisolto del problema della bonifica dei cosiddetti siti orfani.

 

Vediamo nel dettaglio le novità che riguardano da vicino i temi ambientali ed energetici:

 

TAGLIO ALLE BOLLETTE Divengono definitive le misure volte a ridurre i prezzi dell’energia elettrica; l’art.1 prevede infatti una rimodulazione degli attuali FiT che allunga i tempi di incentivazione riducendone di pari passo delle tariffe sulle rinnovabili, assieme  a una revisione delle tariffe biorarie e al taglio dei costi degli organismi pubblici che coordinano il mercato dell’energia. Si tratta di misure che dovrebbero realizzare risparmi per oltre 700 milioni di euro l’anno 700  a cui si aggiungono i 150 milioni del cosiddetto «ritiro dedicato», ossia del prezzo che paga il Gse per l’energia derivante da impianti rinnovabili di potenza fino a 10 MW.

 

BONIFICHE DEI SITI L’articolo 4 contiene misure sulla realizzazione delle bonifiche dei siti di interesse nazionale che promuovono la sottoscrizione degli accordi di programma per il recupero di aree contaminate e la riconversione industriale semplificando e agevolando le operazioni attraverso un meccanismo che consenta che l’area sia risanata ma mantenendola per la utilizzazione da parte di impianti industriali. Alcune di queste riguardano interventi urgenti nell’area di crisi complessa del porto di Trieste e dei siti inquinati di Crotone e di Brescia Caffaro.

 

SULCIS L’art.1 prevede anche un’incentivo per convertire la centrale a carbone del Sulcis, trasformandola  in un impianto a carbone pulito e quindi in grado di catturare e stoccare l’anidride carbonica.

 

REQUISITI PER CERTIFICATORI ENERGETICI Con le modifiche apportate al Dpr 16 aprile 2013 n. 75 inserite in Destinazione Italia, aumenta il numero dei professionisti abilitati alla certificazione energetica degli edifici senza la necessità di frequentare il corso di formazione sino ad oggi indispensabile. L’obbligo di formazione è stato cancellato per diverse lauree in ingegneria, in pianificazione territoriale urbanistica e ambientale ed in scienze e tecnologie della chimica industriale. Aumentato anche il numero dei diplomi che permetteranno di redigere il certificato energetico senza un ulteriore corso formativo (aeronautica, energia nucleare, metallurgia, navalmeccanica e metalmeccanica).

 

ATTESTATO DI PRESTAZIONE ENERGETICA (APE) Cancellata la clausola di nullità degli atti nei contratti di compravendita o locazione immobiliare privi di APE, Attestato di Prestazione Energetica; si avranno disposizione 45 giorni per presentare l’attestato o, in caso contrario,  entrambe le parti saranno soggette a sanzioni amministrative comprese tra i 3.000 ed i 18.000 euro. Per i contratti di locazione di singole unità immobiliari, la multa sarà compresa tra i 1.000 ed i 4.000 euro, ridotta della metà in caso di contratti con durata non superiore ai tre anni.

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