La vicenda riguarda un presunto traffico illecito di rifiuti e corruzione nel distretto conciario di Santa Croce
“Questa legge è lo strumento, credo pienamente condiviso in quest’Aula, necessario per garantire un sistema misto rispettoso delle norme e della tutela dell’ambiente. Obiettivi che, come ho già detto in occasione delle comunicazioni dell’assessore Monia Monni e del presidente Eugenio Giani, perseguiva lo stesso sistema degli accordi di programma che negli anni hanno disciplinato il sistema della depurazione delle acque dei sistemi produttivi distrettuali del tessile, della meccanica, del conciario”. Così la presidente della commissione Ambiente Lucia De Robertis (Pd) illustrando la proposta di legge che intende abrogare l’emendamento finito nell’inchiesta Keu della procura antimafia di Firenze su traffico illecito di rifiuti e corruzione nel distretto conciario di Santa Croce.
“La commissione ha dedicato due sedute all’esame del provvedimento, offrendo tutto lo spazio agli approfondimenti richiesti. Ne è scaturito – ha continuato la presidente – un confronto che ha fatto emergere la linearità della scelta condivisa fra Giunta e Consiglio di superare l’articolo 12 della legge approvata nel maggio scorso”. “Per tutelare il sistema misto toscano, per sgombrare il campo da equivoci e rischi di incertezze interpretative nel contesto economico-produttivo toscano. Incertezze – ha spiegato – che non sono nei procedimenti autorizzativi regionali che quell’articolo 12 hanno valutato non applicabile”.
“La proposta è dunque un atto a difesa di un sistema essenziale per la migliore compatibilità ambientale dei nostri principali distretti produttivi e per la funzionalità complessiva dello smaltimento delle acque reflue in Toscana. Un atto senza il quale – ha ribadito -, il contenzioso in essere potrebbe ingenerare deleteri effetti alla sostenibilità di questo sistema”.
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La proposta di legge in sintesi
Interviene in materia di tutela delle acque dall’inquinamento e, in particolare, sulle disposizioni regionali che disciplinano la depurazione delle acque a carattere prevalentemente industriale.
Oltre all’abrogazione dell’articolo 12, si sostituisce lo stesso articolo 13-bis, disponendo che:
– non rientra nel servizio idrico integrato la gestione degli impianti di depurazione di acque reflue a carattere prevalentemente industriale, anche se di totale o parziale proprietà pubblica;
– tali impianti, se di proprietà pubblica, possono essere concessi in uso agli attuali gestori previa stipula di apposita convenzione con i co-muni proprietari. Essi possono essere utilizzati, per una quota minoritaria, anche per la depurazione delle acque reflue urbane;
– i soggetti gestori del servizio idrico integrato possono stipulare apposite convenzioni con i gestori di questi impianti, al fine di realizzare la depurazione delle acque reflue urbane, dietro il pagamento di un corrispettivo determinato dall’Autorità idrica toscana (Ait);
– è attribuita al dirigente della struttura regionale competente, l’autorizzazione al gestore di questi impianti a smaltire rifiuti liquidi, “limitatamente alle tipologie compatibili con il processo di depurazione e a condizione che non sia compromesso il possibile riutilizzo delle acque reflue e dei fanghi”