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Deposito nucleare, Costa prova a placare gli animi: i territori saranno ascoltati

Il ministro dell’Ambiente torna sulla Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee a ospitare il sito. “E’ iniziata la più grande consultazione pubblica degli ultimi anni; un processo che durerà almeno 44 mesi, circa tre anni e mezzo e che con estrema trasparenza coinvolgerà amministratori, università, associazioni di categoria e tutti i cittadini”.

Deposito nucleare
Credits: depositphotos.com

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – “Il tema del deposito nazionale di rifiuti radioattivi ha suscitato una forte discussione. Come è giusto che sia, visto che è una questione importantissima e tocca ciascuno di noi. Chiariamo subito che non è iniziata nessuna costruzione, proprio perché prima verranno ascoltati i territori: il 5 gennaio infatti è stato tolto il segreto alla Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee a ospitare il deposito nazionale di rifiuti radioattivi, la Cnapi; ed è iniziata la più grande consultazione pubblica degli ultimi anni: un processo che durerà almeno 44 mesi, circa tre anni e mezzo e che con estrema trasparenza coinvolgerà amministratori, università, associazioni di categoria e tutti i cittadini”. Così il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – con un lungo post sul suo profilo facebook – torna sul deposito di rifiuti nucleari, che tante polemiche ha sollevato, provando a placare gli animi.

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“L’abbiamo pubblicata scegliendo di mettere la faccia su una scelta impopolare per un unico motivo: andava fatto – osserva – da troppi anni i rifiuti radioattivi sono stoccati in luoghi provvisori e pertanto poco sicuri. È un’opera necessaria e bisogna realizzarla con la massima partecipazione e trasparenza. Nel resto d’Europa esistono altri dieci depositi simili, in esercizio. Anche l’Italia deve averne uno per stoccare i propri rifiuti radioattivi a bassa e media attività”. Poi spiega cosa ci finirà dentro, dietro le spesse pareti di calcestruzzo armato: “Si tratta soprattutto di rifiuti provenienti da attività mediche (terapie antitumorali, radioterapie, ricerca scientifica e medica) o da quelle industriali (come, per esempio, quelle legate alla verifica dello spessore della struttura dei manufatti, come gli aerei)”.

Per il ministro è stato “un gesto di responsabilità nei confronti del Paese. Chi ci ha preceduto se n’è guardato bene perché elettoralmente non paga. Ma governare significa anche questo: assumersi la responsabilità delle scelte. La Carta è frutto di anni di lavoro da parte di enti di ricerca, Ispra (l’Istituto superiore per la protezione e la sicurezza ambientale), l’Isin (l’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare), e la Sogin (la società dello Stato che si occupa dello smantellamento delle vecchie centrali nucleari e della gestione dei rifiuti radioattivi), che hanno utilizzato mappe sismiche e geologiche, mappe idriche, criteri di esclusione e di approfondimento e hanno individuato la lista di 67 possibili aree. Tra i criteri di esclusione vi erano siti Unesco e zone particolarmente protette come i parchi nazionali: nessun sito si trova in queste aree”.

“Si tratta di criteri tecnici: nessuna scelta politica – mette in evidenza Costa – io stesso, come ministro, ho conosciuto la mappa insieme a tutti voi, nel momento in cui è stata pubblicata e quindi non era più segreta. Ora è il momento del dibattito: invito tutti voi, amministratori, comitati, associazioni di categoria, ad andare sul sito ‘depositonazionale.it’, e a partecipare. Presentate le osservazioni, rilievi e tutto quanto possa contribuire”. 

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Inoltre il ministro risponde a domande ‘popolari’ e cerca – come scrive lui stesso – di “sfatare alcune fake news: il dibattito, per quanto possa essere acceso, deve sempre poter essere basato sulle verità”. La prima: “Ho letto che il governo vorrebbe costruire 67 depositi in giro per l’Italia: falso. Il deposito è nazionale e unico”. La seconda: “Conterrà le scorie delle centrali nucleari estere o addirittura armi nucleari: falso. Siamo noi italiani che abbiamo mandato le nostre scorie delle ex centrali all’estero per riprocessarle”. Terza: “Gli enti locali non sono stati consultati: falso. L’ho già detto e voglio ribadirlo: la consultazione è appena iniziata”. Quarta: “Decisione presa ‘nel cuore della notte’: falso. Nessuna decisione. Abbiamo solo pubblicato la Carta il primo giorno utile dopo il nulla osta che la ‘liberava’. Appena il giorno è iniziato, cioè a mezzanotte, l’abbiamo resa accessibile”. Quinta: “Leggo che alcuni sindaci di città non presenti nella lista si stanno candidando: se non si è nella lista, il proprio territorio non possiede le caratteristiche tecniche per ospitare il deposito”.

“Capisco le proteste e le preoccupazioni, ma non accetto la diffusione delle fake news, soprattutto da chi riveste ruoli istituzionali – conclude – bisogna lavorare sempre in trasparenza, per il bene e l’interesse dei cittadini: questa è la politica, anche se alle volte ciò comporta metterci la faccia nell’affrontare le questioni più impopolari e complesse”.