Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha lanciato la procedura di Valutazione Ambientale Strategica per il deposito che dovrà ospitare tutti i rifiuti radioattivi italiani, da quelli sanitari a quelli generati dalle centrali nucleari. Al termine della procedura, la Sogin potrà eventualmente aggiornare la CNAI, la mappa dei 51 siti ritenuti potenzialmente idonei. Rendendola definitiva
Fa un passo avanti il lentissimo iter del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi. Il 27 novembre, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha avviato la procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) sulla proposta di Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI).
La CNAI è stata pubblicata a fine 2023 e individua 51 aree potenzialmente idonee a ospitare il sito dove saranno stoccati tutti i rifiuti radioattivi italiani, da quelli di origine sanitaria alle scorie provenienti dalle centrali nucleari dismesse.
Ridare la parola agli enti locali sul Deposito nazionale rifiuti radioattivi
“Lo svolgimento della procedura di VAS sull’iter di localizzazione del Deposito Nazionale”, ha dichiarato il ministro Gilberto Pichetto, “ha la finalità di garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente contribuendo all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione, adozione e approvazione della CNAI”.
Secondo il titolare del MASE, questo step permette anche di raccogliere nuovamente le osservazioni degli enti locali in merito alla localizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi, e del Parco Tecnologico che vi è collegato. “In questo modo offriamo la possibilità alle Amministrazioni locali di partecipare nuovamente al processo decisionale prima della approvazione della Carta”, ha aggiunto Pichetto.
Stesso tasto già toccato dal ministro in una recente audizione in Parlamento concentrata proprio sul Deposito. Anche in quella sede, Pichetto aveva ribadito che la VAS “non solo potrà consentire alle Amministrazioni locali di partecipare nuovamente al processo decisionale, ma potrà offrire l’opportunità di approfondire i possibili benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione del Deposito Nazionale”.
A che punto è l’iter del Deposito Unico sulle scorie nucleari?
Con l’avvio della procedura di VAS si entra nella fase di finalizzazione della CNAI. La Carta, infatti, non può essere considerata ancora definitiva. Anche se ha ottenuto il benestare dell’ISIN, l’Autorità di regolamentazione per la sicurezza nucleare e la radioprotezione. Al termine della procedura di VAS, Sogin – ente responsabile del Deposito e del decommissioning delle centrali nucleari italiane – potrà eventualmente aggiornare la CNAI sulla base delle considerazioni emerse.
Secondo la tempistica illustrata da Pichetto in Parlamento, il Deposito potrebbe ottenere l’autorizzazione unica entro il 2029 ed entrare poi in servizio attorno al 2039.
Fin dall’insediamento, il governo ha scommesso sul rilancio del nucleare in Italia, con l’idea – inserita anche nel PNIEC – di puntare su piccoli reattori modulari per generare una quota crescente di energia nazionale già dal 2030 circa.