I dati dell’agenzia statale Inpe segnalano una brusca e decisa inversione di rotta rispetto alla presidenza Bolsonaro. Dall’arrivo di Lula, il 1° gennaio 2023, le motoseghe nell’Amazzonia legale hanno fatto sparire poco più di 5mila km2, contro gli oltre 10mila del 2022. Malissimo invece nella più antica e ricca di biodiversità savana del Pianeta
La distruzione nel Cerrado è aumentata del 43% in 12 mesi
(Rinnovabili.it) – Crolla la deforestazione in Amazzonia, aumenta quella nel Cerrado. Il 2023 per il Brasile si chiude con i primi risultati tangibili nella protezione della più grande foresta pluviale tropicale del Pianeta, invertendo il trend di degrado che aveva accompagnato tutta la presidenza Bolsonaro tra 2018 e 2022. Mentre peggiora notevolmente lo stato di salute della savana più antica e ricca di biodiversità del mondo.
Deforestazione in Amazzonia, inversione di rotta
Durante il 2023 il tasso di deforestazione in Amazzonia è diminuito di circa il 50%. Rispetto all’anno precedente, quando erano stati spazzati via 10.278 km2 di foresta, la superficie aggredita dalle motoseghe si è fermata a 5.152 km2. Un’area grande all’incirca come l’intera città metropolitana di Roma. È il tasso più contenuto dal 2018 a oggi.
Lo riportano i dati del sistema Deter rilasciati dall’Istituto nazionale per la ricerca spaziale del Brasile (Inpe), che monitora via satellite i grandi biomi del paese. Il dato sulla deforestazione si riferisce alla cosiddetta Amazzonia legale, un’area che occupa quasi il 60% del Brasile.
Il Cerrado trema
Numeri completamente diversi quelli che arrivano dal Cerrado, la fascia di savana posta a sud dell’Amazzonia. Qui la deforestazione ha ripreso a correre nel 2023, segnando un preoccupante +43% rispetto all’anno precedente. Sono spariti nell’arco di 12 mesi 7.828,2 km2 di bioma, più di 40 volte l’estensione della città di Milano. Mai così ampia la devastazione nel Cerrado, almeno a partire dal 2019, il primo anno per cui esistono statistiche affidabili.
Come spiegare la situazione nella savana tropicale? Il principale driver della deforestazione nel Cerrado è probabilmente l’attività di agricoltura e allevamento. L’area è sovrapposta a quella che viene chiamata la “cintura della soia” brasiliana, dove si concentrano le coltivazioni di questa leguminosa alla base dell’alimentazione animale. E mentre chi coltiva e alleva nell’Amazzonia legale è tenuto per legge a preservare almeno l’80% della sua proprietà, per il Cerrado la legge impone di tutelare appena il 20% dell’area.