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L’Ue ripulisce cappuccini, cuoio e cosmetici dalla deforestazione importata

Nella notte, Consiglio e Parlamento europeo trovano l’accordo. Chi vuole esportare in Europa merci e prodotti derivati a rischio deforestazione deve rispettare un sistema di certificazioni esigente, basato su Gps e immagini satellitari

Deforestazione importata: l’Ue vara le regole più ambiziose al mondo
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Approvate le nuove norme sulla due diligence rafforzata per contenere la deforestazione importata

(Rinnovabili.it) – Legno, carne e caffé. Ma anche soia, olio di palma, cacao, gomma. Le aziende straniere che vogliono esportare verso l’Europa questi prodotti, d’ora in poi, dovranno certificare la loro provenienza con immagini satellitari e coordinate Gps. Senza questi requisiti le merci non potranno circolare nel mercato europeo. Sono le regole di due diligence rafforzate che Bruxelles ha appena messo in campo per fermare la deforestazione importata.

È il succo dell’accordo raggiunto nella notte di lunedì da Consiglio e Europarlamento. Obiettivo: ‘ripulire’ gli scaffali dei supermercati europei da ogni traccia di deforestazione illegale. E usare il potere economico del mercato unico europeo per innescare il cambiamento nel resto della catena del valore. Negli ultimi 30 anni, infatti, il disboscamento ha cancellato un’area grande come l’intera Ue in tutto il mondo. E i livelli di consumo europei hanno trainato non poco questo fenomeno: secondo la Fao, almeno il 10% della deforestazione è da attribuire alle importazioni europee.

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“L’UE è un grande consumatore e commerciante di prodotti di base che svolgono un ruolo sostanziale nella deforestazione, come la carne bovina, il cacao, la soia e il legname. Le nuove regole mirano a garantire che i consumatori, quando acquistano questi prodotti, non contribuiscano a degradare ulteriormente gli ecosistemi forestali”, ha commentato Marian Jurečka, ministro ceco dell’Ambiente che ha la presidenza di turno del Consiglio.

Le nuove regole sulla deforestazione importata, cioè incorporata nella catena del valore di certi prodotti, riguarderà sia le materie prime citate prima, sia alcuni prodotti derivati. Come pellame – derivato del bestiame, allevato con mangimi a base di soia – cioccolato, mobili o alcuni cosmetici (in cui si usa olio di palma). Restano invece in forse biodiesel e mais: per ora non sono in lista ma l’Ue si riserva di inserirli in un secondo momento nella lista dei prodotti a rischio deforestazione importata.

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I territori di origine sono inseriti in un sistema tripartito di valutazione del rischio – alto, standard, basso – da cui dipendono la quantità di obblighi a cui devono ottemperare i produttori per avere l’ok all’export, e il livello di controlli sui fornitori da parte dell’Ue – rispettivamente il 9%, il 3% e l’1%.

“Abbiamo fatto la storia con questa prima legge al mondo contro la deforestazione”, commenta Anke Schulmeister-Oldenhove, responsabile delle politiche forestali dell’ufficio europeo del Wwf. “L’UE non solo cambierà le regole del gioco per il consumo all’interno dei suoi confini, ma creerà anche un grande incentivo per gli altri Paesi che alimentano la deforestazione a cambiare le loro politiche”.