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Nuovo record negativo per la deforestazione dell’Amazzonia

Il tasso di disboscamento della foresta pluviale sfiora il picco del 2020. Ma il mese scorso una nuvolosità più accentuata ha reso difficile il monitoraggio via satellite, quindi la cifra reale potrebbe essere più alta

Deforestazione dell’Amazzonia: impennata ad aprile, +43%
Credits: Pedro Biondi/ABr – https://www.agenciabrasil.gov.br/media/imagens/2007/08/12/1637pb119.jpg/viewCC BY 3.0 brCollegamento

Aumenta per il 2° mese di fila la deforestazione dell’Amazzonia

(Rinnovabili.it) – La deforestazione dell’Amazzonia torna a crescere a ritmo sostenuto. Nel mese di aprile il disboscamento è aumentato del 43% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. La superficie di foresta pluviale caduta sotto le motoseghe in quei 30 giorni è di 580 km2. In pratica, l’equivalente di 80mila campi da calcio. Numeri che fanno lievitare il conto della deforestazione dell’Amazzonia registrato nel primo quadrimestre del 2021 a oltre 1.150 km2 di foresta.

Sono i numeri diramati dall’agenzia brasiliana Inpe, che si occupa di ricerca spaziale e nel suo mandato ha anche il monitoraggio della deforestazione dell’Amazzonia. Si tratta di una valutazione ancora preliminare, ma solitamente le stime fornite dal programma governativo Deter, che si basa sulle osservazioni giornaliere da satellite, si rivelano affidabili.

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Anche se l’impennata è corposa, non si tratta di un record assoluto. Esattamente l’anno scorso, sempre ad aprile, il balzo in avanti era stato addirittura del 47%. In quel periodo, il presidente brasiliano Jair Bolsonaro aveva dato il via a una serie di politiche che hanno portato il 2020 quasi in cima alla lista degli anni a maggior tasso di deforestazione, invertendo una tendenza al ribasso che aveva caratterizzato i 5 anni precedenti. Tra queste politiche, la militarizzazione dell’Amazzonia e lo smembramento di alcune delle agenzie federali deputate alla protezione ambientale.

Nel 2020, il disboscamento ha toccato quota 8.500 km2. Di fronte a questa tendenza preoccupante, alcuni governi stanno cercando di negoziare con Bolsonaro. Gli Stati Uniti, seguiti da Norvegia, Gran Bretagna e alcuni paesi europei, propongono al Brasile un pagamento annuale (la cifra batte intorno al miliardo di dollari) a fronte di risultati concreti nella lotta alla deforestazione dell’Amazzonia. Il presidente brasiliano vuole più soldi e soprattutto li vuole in anticipo: pretesa che per il momento ha fatto arenare la discussione.

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Al Leaders Summit on Climate del 22-23 aprile, Bolsonaro ha avanzato qualche vaga promessa. Stop alla deforestazione entro il 2030 e aumento delle risorse a disposizione per le agenzie di protezione ambientale. Al momento non ha però dato alcun dettaglio su come intende fermare nel concreto il logging, e pochi giorni dopo il vertice internazionale ha di nuovo dato una sforbiciata ai bilanci delle agenzie.