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Bolsonaro ha usato il Covid per intensificare la deforestazione dell’Amazzonia

Deforestazione: sono 57 le leggi cambiate da Bolsonaro durante il Covid
Foto di David Mark da Pixabay

Tra le misure ‘informali’ pro-deforestazione, il crollo del 70% delle multe

(Rinnovabili.it) – La pandemia ha catalizzato l’attenzione del Brasile e Bolsonaro ne ha approfittato per smantellare le leggi per la tutela dell’ambiente. Obiettivo: sponsorizzare la deforestazione soprattutto dell’Amazzonia per inseguire quello sviluppo economico anche nelle aree più remote del paese che il presidente mette costantemente al centro della sua retorica. Lo riporta, con dovizia di statistiche, uno studio scientifico appena pubblicato sulla rivista Biological Conservation.

Bolsonaro si è insediato nel gennaio 2019 e da allora ha fatto approvare 57 leggi che indeboliscono le tutele per l’ambiente e la biodiversità. Ben il 49% di queste modifiche sono state votate nei 7 mesi più duri della pandemia di coronavirus, tra marzo e settembre del 2020. E non è l’unica iniziativa di Bolsonaro su questo fronte. Da marzo ad agosto, le multe comminate per violazioni di carattere ambientale sono crollate ben del 70%. Abbastanza da far capire alle aziende con interessi nella deforestazione delle foreste pluviali del paese che, anche se la legge vieta certe pratiche, in realtà le autorità le tollerano chiudendo uno se non tutti e due gli occhi.

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La controprova è facile da ottenere: mentre le multe calavano vistosamente, la deforestazione faceva segnare un’impennata addirittura del 9,5%, come certificano i dati delle agenzie governative brasiliane. Difficile non mettere in correlazione i due fenomeni. Secondo il programma di monitoraggio DETER, condotto dall’agenzia spaziale brasiliana (una delle poche a non essere ancora commissariata da fedelissimi del presidente), i 2 anni di mandato di Bolsonaro sono stati i peggiori per quanto riguarda l’andamento del logging nel paese.

“L’attuale amministrazione sta approfittando della pandemia Covid-19 per intensificare un modello di indebolimento della protezione ambientale in Brasile”, si legge nello studio. “Questo ha il potenziale per intensificare la continua perdita di biodiversità, le emissioni di gas serra e la probabilità di altri focolai di malattie zoonotiche e infliggere danni sostanziali alle popolazioni tradizionali e indigene”.

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