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Nel 2022 la deforestazione amazzonica aumenterà del 16%

Deforestazione amazzonica: l’intelligenza artificiale prevede un anno nero
via depositphotos.com

L’anno scorso la deforestazione amazzonica ha distrutto oltre 13mila km2 di foresta

(Rinnovabili.it) – Elezioni, motoseghe, pochi controlli. Un mix che quest’anno può rivelarsi letale per l’Amazzonia. Senza contromisure più efficaci di quelle in vigore oggi, nel 2022 la più grande foresta pluviale del mondo perderà 15.391 km2, un’area grande 85 volte la città di Milano. Il peggior risultato degli ultimi 16 anni per la deforestazione amazzonica.

L’allarme arriva dalla ong brasiliana Imazon, che monitora l’andamento del disboscamento del polmone verde del pianeta e delle altre aree sensibili nel paese. Per arrivare a questa stima, l’ong si è affidata alla piattaforma di intelligenza artificiale PrevisIA. Lanciato l’anno scorso da Imazon, Microsoft e Vale (attraverso il Vale Fund), PrevisIA è uno strumento che utilizza l’intelligenza artificiale per prevedere le aree a maggior rischio di deforestazione amazzonica prendendo in considerazione indicatori come strade legali e illegali, topografia, copertura del suolo, infrastrutture urbane e dati socioeconomici. Alcuni Stati brasiliani lo usano per le azioni di contrasto e controllo.

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Ma quest’anno il calcolo tiene conto anche delle elezioni nazionali in cui Bolsonaro si gioca la presidenza. Negli anni elettorali, storicamente, i controlli stata diminuiscono e quindi la deforestazione amazzonica aumenta. Secondo PrevisIA, il settore più a rischio è nel Pará, dove la superficie minacciata è di 6.288 km2, cioè il 41% del totale previsto. Seguono poi gli Stati di Amazonas (17%), Mato Grosso (15%), Rondônia (11%) e Acre (9%).

“Pará e Mato Grosso, che hanno già aree considerate come vecchie frontiere della deforestazione, vivono ora l’avanzata della distruzione della foresta rimanente, anche nelle aree protette, il che è estremamente preoccupante”, spiega Carlos Souza Jr di Imazon. “Amazonas, Acre e Rondônia sono in una regione chiamata ‘Amacro’, dove la frontiera dell’agribusiness si sta intensificando. Questo ha fatto sì che questi stati abbiano un grande aumento della deforestazione dal 2020 al 2021, specialmente Amazonas”, prosegue l’esperto.

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L’anno 2020/2021 (il disboscamento viene contato da agosto a luglio) è stato il peggiore di sempre. I primi mesi del nuovo periodo confermano che la tendenza è in netto peggioramento. A gennaio, la deforestazione amazzonica è aumentata del 430% rispetto allo stesso mese del periodo precedente.

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