(Rinnovabili.it) – Sembrava essere scomparso nel nulla, perso dietro ritardi e lungaggini burocratiche. Stamane, invece, il decreto rinnovabili elettriche non fv è stato firmato da due dei Ministeri competenti, quello dell’Ambiente e quello dello Sviluppo Economico. All’appello manca solo il Ministro delle Politiche agricole, dopodiché si passerà alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, permettendo agli operatori di allentare la tensione da qui a fine anno. Sì perché, mentre da un lato il nuovo Decreto allontana lo spauracchio del tetto dei 5,8 miliardi di euro, dall’altro non è che un provvedimento “tampone” come lo stesso Governo ha tenuto a ribattezzarlo; un passaggio intermedio verso la disciplina definitiva per i sussidi alle rinnovabili elettriche che dovrebbe coprire i prossimi tre anni.
La nuova strategia prevede un investimento complessivo di 9 miliardi di euro da distribuire in 20 anni. “Efficienza energetica, tecnologie di frontiera ed economia circolare” saranno le tre direttrici su cui si muoverà il decreto, come ha spiegato durante la firma a Palazzo Chigi il ministro Carlo Calenda, alla presenza del premier Matteo Renzi e del ministro dell’Ambiente.
Nell’ambito dei 5,8 miliardi l’anno già destinati alle fonti rinnovabili elettriche non fotovoltaiche, la spesa a regime associata al nuovo provvedimento è di oltre 400 milioni l’anno, per un totale di 9 miliardi di euro circa sull’intero periodo di erogazione di incentivi (25 anni per solare termodinamico, 20 anni per altre fonti). Come verranno distribuiti i sussidi? “Il 50% – ha aggiunto Calenda – lavora su quelle fonti che hanno un risultato molto positivo immediatamente, quasi in equilibrio, per esempio l’eolico. Il 25% sarà su tecnologie di frontiera, come il termodinamico di cui abbiamo la tecnologia, ma non un posto dove sia stata implementata in Italia. L’ultimo 25% va al grande tema dell’economia circolare, quindi biomasse, parti di scarto”.
Secondo l’ultima bozza resa pubblica del decreto rinnovabili, il 20 luglio dovrebbe essere la data in cui il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) pubblicherà i due bandi per gli incentivi, ossia quello per l’iscrizione ai registri e quello per le aste, per i quali rimangono i contingenti di potenza già noti.
I grandi progetti con più di 5 MW di potenza installata parteciperanno a gare d’appalto specifiche per ciascuna tecnologia (PROCEDURE D’ASTA)
Per questi progetti sono messi a disposizione i seguenti contingenti di potenza:
- Eolico onshore 800 MW
- Eolico offshore 30 MW
- Geotermoelettrico 20 MW
- Solare Termodinamico 100 MW
- Biomasse 50 MW
I progetti di media entità con potenza installata tra 0,5 MW e 5 MW saranno inseriti in un elenco specifico per ogni tecnologia e saranno sostenuti in base a priorità stabilite secondo determinati criteri (ISCRIZIONE AL REGISTRO)
Per questi progetti sono messi a disposizione i seguenti contingenti di potenza:
- Eolico onshore 60 MW
- Idroelettrico 80 MW
- Geotermoelettrico 30 MW
- Biomasse e biogas, gas di depurazione e gas di discarica e bioliquidi sostenibili 90 MW Oceanica (comprese maree e moto ondoso) 6 MW
- Solare Termodinamico 20 MW
Rispetto alla bozza precedente tuttavia, per l’iscrizione al registro nel caso dell’idroelettrico verrà data priorità agli impianti di potenza nominale fino a 50 kW, la cui soglia passa a 250 kW se realizzati su canali o condotte esistenti senza incremento di portata derivata, nel caso utilizzino acque di restituzioni o di scarico, oppure che impieghino il deflusso minimo vitale al netto della quota destinata alla scala di risalita, senza sottensione di alveo naturale.